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lunedì 26 marzo 2012

Palazzo S. Gervasio e S. Maria Capua Vetere - CIE a tempo indeterminato


Una direttiva del Governo Monti stabilisce l’apertura permanente dei centri. Intanto in Libia ed in altre zone dell’Africa si consumano torture e violenze

Roberto Maroni li aveva aperti durante la cosiddetta emergenza nordafrica. Lo scorso 21 aprile 2011, con una ordinanza firmata da Silvio Berlusconi venivano istituiti i centri di Palazzo San Gervasio e Santa Maria Capua Vetere (insieme alla tendopoli di Kinisia), in cui dopo porchi giorni vennero recluse centinaia di persone provenienti dalle coste tunisine.
Il Governo Moniti, con una direttiva dei giorni scorsi, ha ora ufficializzato la nuova natura di questi centri che perdono la dicitura CIET (dove la T stava per temporanei) per diventare a pieno titolo due nuovi centri di detenzione sul territorio italiano.
Neppure il veccchio ministero dell’interno era arrivato a tanto, annunciando più volte la costruzione di un CIE in ogni regione per poi non riuscire neppure ad individuare le zone dove ipoteticamente sarebbero dovuti sorgere.
L’apertura di questi centri è messa in stretta relazione alla recente sentenza con cui l’Europa ha condannato la politica dei respingimenti italiana. Il provvedimento, secondo le informative dei servizi segreti, dovrebbe aprire lo spazio per nuove "ondate di sbarchi".
Secondo alcuni insomma non poter più respingere donne e bambini in acque internazionali riconsegnandoli nelle braccia dei trafficanti e delle torture libiche sarebbe il motivo di eventuali viaggi in fuga vero l’Europa e non invece le notizie che continuamente arrivano dai paesi del Corno d’Africa, dai paesi sub-sahariani e dalla Libia stessa. E’ di pochi giorni fa la notizia secondo cui sarebbero migliaia i detenuti in prigioni illegali in Libia che subiscono terribili torture e maltrattamenti, la maggior parte dei quali accusati di essere fedeli dell’ex dittatore Muammar Gheddafi. La denuncia è partita ieri dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite.
L’Alto commissario nelle Nazioni unite per i diritti umani, Navi Pillay, ha riferito al Consiglio “la mancanza di controlli da parte delle autorità centrali che creano un clima favorevole alle torture e ai maltrattamenti” e ha sottolineato l’urgenza di porre i centri di detenzione, per la maggior parte illegali, sotto il controllo del governo del Cnt.
I due CIE verranno quindi aperti in maniera permanente. Il Governo Monti sembra essere ostile al tempo indeterminato solo quando si tratta di quello legato al lavoro, ai diritti, alla continuità di reddito. Poco male per il governo della pacatezza e della sobrietà...

Tratto da: Melting Pot

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