Una grande assemblea plenaria ha dato il via ai diversi tavoli di lavoro.
Mercoledì 14 marzo ore 17.30. Apertura del FAME 2012.
Centinaia di delegazioni provenienti da tutto il mondo
riempiono le stanze immense del Doc Du Sud. Un’antica struttura portuale una
volta adibita allo scambio di merci ed ora utilizzata dalle popolazioni di
tutto il mondo per immaginare e sperimentare un’uscita differente dalla crisi
del capitalismo. E’ proprio questo l’assunto comune da cui parte il Fame. Il
capitalismo è in crisi e non può, attraverso i processi di privatizzazione,
continuare ad espropriare le popolazioni del mondo dall’acqua, dalle risorse
comuni, dalla vita.
E Marsiglia è il teatro di questa contrapposizione, tra la
rapina delle risorse comuni e i percorsi di gestione partecipata delle stessa,
l’opposizione tra i processi di finanziarizzazione di ogni aspetto della vita e
la solidarietà e il mutualismo, tra la governance globale e la spinta
democratica.
Queste le differenze tra i due forum. Il Fame, nato
dall’autorganizzazione dei movimenti globali, eThe Word Water Forum, imposto
dalle grandi corporation che fanno profitti sull’acqua, che ha visto calare la
partecipazione delle delegazioni provenienti dal resto del mondo, dalle 20000
presenze previste a non più di 2000 stimate.
I 700 euro per l’iscrizione al forum ufficiale contro le
mille lingue del mondo che si sono incontrate al Doc du Sud. Basterebbe
questo a raccontare quanto il Fame sia un processo reale, fatto di uomini e
donne che ogni giorno lottano per vedersi riconosciuto il diritto a decidere su
un bene comune così necessario alla vita. E l’altro un feticcio, il prodotto
della finanza, fatto di curve di domanda e di offerta, di un potere sordo
alle istanze provenienti dai territori.
Il forum delle corporation è ufficiale ma illegittimo. Sono
queste le prime parole raccolte all’apertura del Fame, attraverso
l’appello di Oscar Olivera, portavoce del movimento boliviano di
Cochabamba.
Il primo dato che salta agli occhi attraversando l’inizio
dei lavori del Fame, è l’ampissimo interesse che tutti dimostrano per la lotta
italiana. Il movimento per l’acqua italiano è considerato da tutti come un
grande esempio di riaffermazione di democrazia dal basso. L’intervento della
delegazione italiana del Forum del Movimento per l’Acqua, dal palco
del Fame, è stato accolto da una platea calorosa che vede dall’Italia partire
un movimento europeo capace di contrapporsi con la partecipazione dal basso ai
meccanismi di cattura dei beni comuni imposti dalle istituzioni europee. Un
chiaro segnale è stato espresso rispetto alla necessità di recepire, da parte
del governo, la decisione imposta da 27 milioni di elettori che lo scorso
giugno hanno affermato l’impossibilità di creare profitti sull’acqua.
In Europa sono tante le esperienze che puntano alla
ripubblicizzazione dell’acqua e ad una gestione partecipata di questa risorsa.
L’esempio di Parigi e quello di Berlino ci dicono che gli amministratori locali
possono svolgere un ruolo importante di contrasto alla privatizzazione e alle
direttive imposte dalla governance europea.
Globalproject ha intervistato a questo proposito Gerlinde
Schermer, parlamentare tedesca, ex PSD, estromessa dal Partito
Socialdemocratico Tedesco perché contraria alla privatizzazione dell’acqua, eAnne
Le Strat, Vice sindaco di Parigi, Presidente Generale della
municipalizzata Eau de Paris e Presidente Aqua Publica Europea.
* Le interviste sono state realizzate da Domenico Fantini,
Franco Carassi, Clarissa San'Ana, Luigi Iasci e Lucia Longinotti (redazione
globalproject parma).
Tratto da: GlobalProject
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