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lunedì 18 ottobre 2010

Parma. L’esordio del progetto La Paz … e l’articolo 15


Non bastavano le visite mediche fatte all’ultimo minuto, i tesseramenti ultimati il giorno prima dell’inizio del campionato e l’autofinanziamento esiguo per acquistare scarpe e parastinchi, per farci tremare fino all’ultimo secondo. Al momento di consegnare le distinte con i nomi ed i tesserini dei giocatori della squadra ne mancava uno all’appello, quello di Asrar, classe ’88, nato in Afganistan e arrivato in Italia da appena 20 giorni.
Nel panico generale proviamo a trattare con l’arbitro. Come poteva non giocare dopo due settimane di duri allenamenti?
L’arbitro, un tipo sulla cinquantina in leggero sovrappeso e dal marcato accento emiliano, ci chiede di consegnargli un documento del ragazzo in alternativa al tesserino.
Ma ecco il solito problema: basterà un foglio di carta rilasciato dalla Questura di Parma a consentire ad Asrar di essere registrato sulla distinta e di esordire con il resto della squadra La Paz al nostro primo campionato amatoriale Uisp?
La risposta dell’arbitro ci coglie alla sprovvista: ”Io fischio, ammonisco ed espello, concedo rigori e sbaglio i fuorigioco,  ma nello sport e nella vita non mi assumo la responsabilità di escludere nessuno”.
E poi ci consiglia: ”Nello spazio riservato al numero di tesserino scrivi il numero che c’è scritto su quel foglio…art.15 in attesa di protezione internazionale”.
Rivarolo di Torrile (PR) sabato 18 settembre 2010 ore 15.30.
Così siamo entrati in campo e nel primo tempo abbiamo dimostrato di superare le nostre più rosee aspettative, la squadra di casa pur tenendo in mano il pallino del gioco è incappata in una difesa schierata che non ha concesso spazi e in un centrocampo adatto fisicamente a contrastare i portatori di palla avversari. Pronto a sfruttare le ripartenze, l’estro e la velocità dei nostri due fuoriclasse, il capitano Ciccio di Ragusa  e l’esterno d’attacco del 4-3-3 Mohammed Mohammadì (per noi Mimmo!).
Il tempo scorreva via senza grandi emozioni, se non una mischia in area avversaria che ci ha regalato quasi un gol fortunoso, ma la palla nel parapiglia generale si è stampata sulla traversa.
Il rientro in campo non poteva dirsi felice: in cinque minuti abbiamo subito un gol in contropiede e la doccia anticipata per Najib, il nostro instancabile terzino di fascia, dalla scivolata facile. Secondo fallo, diciamo un po’ irruento, e fine anticipata della sua partita.
Da quel momento in poi gli schemi sono saltati e il fiato ha iniziato ad accorciarsi. I nostri avversari, per tutta la partita in sordina, iniziavano ora ad affacciarsi nella nostra area di rigore.
Ci ha salvato per un po’ il nostro numero uno, Ousmane (la pantera del Niger), ma al venticinquesimo della ripresa la squadra avversaria  ha raddoppiato con un guizzo del pesante ma lestissimo centravanti che ha trovato il tempo di anticipare la nostra difesa e di rafiggerci.
Sembrava tutto finito, ma la girandola di sostituzioni ci ha fatto riacquistare fiducia e soprattutto forze fresche che ci hanno permesso di dar vita a due conclusioni a tu per tu con il portiere di casa, la prima ha sfiorato la parte alta della traversa, la seconda si è spenta sul fondo.
A quel punto abbiamo subito un tracollo fisico e morale, nonché il terzo gol. Abbiamo rischiato di prendere il quarto su rigore se non fosse per Ousmane che è riuscito miracolosamente a deviare la conclusione dagli undici metri.
Terzo tempo e vittoria finale.
Ma le nostre speranze erano tutte riposte sull’appuntamento che prima della partita ci eravamo dati con la squadra avversaria: il terzo tempo.
Muniti di focacce, formaggio e bottiglie di lambrusco prelevate direttamente dal Mercatino delle Genuine Autoproduzione della Casa Cantoniera Occupata, nonché sede della nostra società sportiva, siamo stati invitati dalla squadra avversaria ad un assaggio di salumi con torta fritta nel circolo del paese, e tra vini e formaggi abbiamo iniziato il nostro campionato e la nostra nuova avventura.

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