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venerdì 23 settembre 2011

Camorra football club: un business vincente e in crescita


Carlo Maria Miele
Mentre si discute della foto di Miccoli col figlio del boss, c’è una realtà sempre più in espansione in Campania: squadre di calcio delle serie minori riconducibili a clan del territorio. Dalla “storica” Albanova degli Schiavone, alla Mondragonese che sognò addirittura l’ingaggio di Toninho Cerezo.
Qualche tempo fa fece scalpore la notizia della tentata scalata alla Lazio da parte dei clan dei casalesi, con la copertura di una vecchia gloria come Giorgio Chinaglia. Più di recente si è parlato a lungo della presenza del figlio di un boss a bordo campo al San Paolo, durante un incontro tra Napoli e Parma. E proprio in questi giorni stanno emergendo nuovi elementi sul coinvolgimento della camorra stabiese nel calcio-scommesse. Così come tiene banco la foto di Miccoli col figlio, incensurato, del bosso Antonino Lauricella.
Ma quello che in serie A resta nell’ambito della ipotesi giudiziaria – ossia l’intreccio tra camorra e calcio – nelle serie minori è una realtà già consolidata e in costante crescita. Passando in rassegna l’elenco delle società di calcio campane sequestrate negli ultimi anni, o coinvolte in inchieste sulla la criminalità organizzata, emergono nomi sconosciuti agli appassionati di calcio, ma ricorrenti nella geografia di Gomorra. Si va dal Giugliano Calcio, risultato riconducibile a Giuseppe Dell’Aquila, esponente di primissimo piano del clan Mallardo e meglio noto come “Peppe ’o ciuccio”, alla Virtus Baia acquistata alla fine degli anni novanta dal clan Pariante di Bacoli. C’è la Boys Caivanese, che nel proprio stadio ospitava un nascondiglio per le armi utilizzate nella guerra di camorra. E c’è la Mondragonese, che alla metà degli anni novanta tentò di ingaggiare nientedimeno che l’ex nazionale brasiliano Toninho Cerezo. E infine c’è Albanova, la squadra di calcio di Casal di Principe, che vantava come primo tifoso il boss Walter Schiavone, fratello di Francesco, meglio noto come Sandokan.
A spingere la criminalità organizzata a investire nel business del pallone è innanzitutto la ricerca del consenso sociale. Come emerge dalle numerose inchieste della magistratura, il controllo di un club calcistico, per quanto piccolo, consente di ribadire e consolidare la propria leadership sul territorio. «Spesso, in un paesino del Sud, il presidente di una squadra di calcio è più importante del sindaco – spiega Daniele Poto, autore del libro “Le mafie nel pallone”, che pone l’attenzione proprio sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nel calcio – Una società calcistica consente ovviamente il riciclaggio di denaro, assicura credibilità e rispetto vista la posizione centrale del football nel dibattito italiano, indirizza voti e veicola consenso. E diventa il trampolino di lancio per operazioni più lucrative, come la promozione della squadra, la costruzione di un nuovo stadio, il varo di sinergie trasversali remunerative».
L’ultima prova è quella offerta dalla Paganese, club di Lega Pro (l’ex serie C), travolta dall’inchiesta su politica e camorra che a luglio ha portato all’arresto di Alberico Gambino, ex sindaco della cittadina salernitana e attuale consigliere regionale in quota Pdl, e di diversi politici e imprenditori della zona, tra cui il presidente dello stesso club calcistico, Raffaele Trapani. Secondo l’ordinanza, la società sportiva cittadina (che paradossalmente gioca nello stadio intitolato a Marcello Torre, il sindaco di Pagani ucciso da killer di Raffaele Cutolo nel dicembre del 1980) era divenuta per Gambino «una vera e propria ossessione, tale da indurlo ad imporre ripetutamente negli ultimi anni a diversi operatori economici, senza alcun vantaggio, il versamento di grosse somme di denaro a titolo di sponsorizzazioni forzate». Stando all’accusa, Gambino – insieme a esponenti del clan Petrosino-D’Auria – avrebbe estorto cifre consistenti a imprese operanti nella zona (tra cui la multinazionale Conad). E i risultati non hanno tardato ad arrivare, visto che il club si è reso protagonista di un vero e proprio miracolo sportivo, che lo ha portato, in un paio di stagioni, dalla serie D alla terza divisione nazionale, dove ha militato fino allo scorso anno.
Non è un caso che il fenomeno sia evidente soprattutto nelle serie minori, dove è più scarsa l’attenzione mediatica e, di conseguenza, i controlli. Lega Pro e serie D diventano così il terreno naturale per le incursioni della malavita che, in cambio di un investimento ragionevole, consentono di ottenere un ritorno incomparabile in termini di affari e di consenso. Non mancano tuttavia le eccezioni nell’ambito del calcio “che conta”.
A un paio di chilometri da Pagani, e due categorie più su, troviamo il caso Nocerina. Alla presidenza del club rossonero, neopromosso in serie B, c’è un nome noto nell’Agro come quello di Giovanni Citarella, re del calcestruzzo e figlio di Gino, esponente della Nuova Famiglia, ucciso nel 1990. Lo stesso Citarella jr ha subito una condanna per concorso in tentato omicidio ed è stato coinvolto in diversi procedimenti per camorra, finendo sempre assolto. Precedenti che, tra un appalto sulla Salerno Reggio Calabria e l’altro, non gli impediscono di guidare con successo la squadra di calcio locale e di sfruttare il proprio consenso popolare per intervenire nel dibattito politico cittadino, come è avvenuto in occasione delle recenti elezioni amministrative, quando non ha esitato a garantire il proprio endorsement al candidato sindaco del Pdl.
«In Campania – conclude Poto – c’è un grande epicentro di squadre di Lega Pro ma anche molta latenza e labilità di gestione, e la richiesta di un certificato antimafia non è uno sbarramento determinante a fronte della risorsa di prestanome non proprio sprovveduti. Soprattutto nel calcio dilettantistico, dove la gestione di un club impegna una modesta distrazione di denaro, le infiltrazioni camorristiche avvengono con straordinaria e meccanica facilità».

domenica 18 settembre 2011

Venezia bene comune. La cronaca multimediale della giornata


Una giornata importante per la città di Venezia, in cui la determinazione dei manifestanti ha svelato l'arrogante decisione del Ministro degli Interni Maroni nell'utilizzare le "forze dell'ordine" a proprio uso e consumo. Venezia, unita e colorata che è per natura una città democratica e plurale ha dimostrato di non aver paura nel difendere la democrazia e il diritto a manifestare.
19.27 Venezia - Una grande giornata per la democrazia
19.25 Venezia - Tutti lunedi' al consiglio comunale per chiedere dimissioni prefetto e questore 
19.22 Venezia - Negli interventi si lanciano i prossimi appuntamenti: assemblea il 24 settembre, manifestazione il 15 ottobre
19.18 Venezia - Molti interventi per dire che insieme possiamo difendere, come oggi, la democrazia
19.15 Venezia - Dai binari il corteo ritorna nel piazzale
18.33 Venezia - I manifestanti stanno costruendo un'assemblea nel piazzale della stazione,con interventi verso il 15 ottobre, giornata europea contro le manovre di austerity
18.20 Venezia - I manifestanti tornano nel piazzale della stazione, la giornata non é ancora finita!
18.18 Venezia - I manifestanti dai binari si sono ricompattati e si stanno dirigendo verso la stazione.
17.45 Venezia - I manifestanti stanno occupando i binari della stazione ferroviaria
17.44 Venezia - Tutti in stazione. Occupati i binari
17.43 Venezia - I manifestanti avanzano verso la stazione dei treni per occupare i binari
17.40 Venezia - Il corteo entra in stazionesabato 
17.40 Venezia - I manifestanti sono ritornati nel punto di concentramento, sono stati occupati i binari dei treni!
17.16 Venezia - E' arrivata l'ambulanza per Beppe Caccia che sta venendo trasportato in ospedale in barella
17.13 Venezia - Arrivata l'ambulanza per portare via Beppe Caccia. I manifestanti non arretrano
17.05 Venezia - La polizia ha lanciato lacrimogeni cs per disperdere i manifestanti che non arretrano
17.04 Venezia - Beppe Caccia,consigliere comunale,é stato colpito dai manganelli in una carica della polizia
17.01 Venezia - E' appena partita un'altra carica della polizia.
16.57 Venezia - Il corteo decide di avanzare di nuovo per affermare il diritto a manifestare contro un inaccettabile divieto, tanto più che la manifestazione si svolge il giorno prima della calata dei leghisti, per cui le motivazioni adotte per il divieto sono assolutamente pretestuose.
16.56 Venezia - I manifestanti, oltre 5000, continuano a gridare "Venezia libera" e "corteo" e si denuncia la provocazione autoritaria messa in atto dal Ministro dell'Interno. 
16.50 Venezia - La polizia continua a non far passare i manifestanti, bloccando anche quelli che vogliono unirsi al corteo dalle altre strade
16.50 Venezia -  I manifestanti sono in attesa che la situazione si sblocchi e il corteo riesca ad avanzare. Nel frattempo l'elicottero vola basso tanto da sfiorare i tetti delle case...
16.36 Venezia - I manifestanti gridano 'corteo' e viene data la notizia che il sindaco di Venezia, Orsoni, ha ufficialmente richiesto che il corteo possa manifestare. E' un'intera città che vuole manifestare e dall'altra parte c'è l'arroganza di un Ministro dell'Interno che usa la polizia come "security privata" del suo partito. 
16.34 Venezia - I manifestanti hanno deciso di percorrere il percorso richiesto rifiutando i diktat di Maroni che di fatto vietava il passaggio nel centro cittadino, la polizia ha subito effettuato una prima carica contro i manifestanti che procedevano a mani alzate
16.31 Venezia - Dopo la prima carica dlla polizia, continuano gli interventi dal microfono chiedendo di poter manifestare pacificamente per la città.
16.32  Venezia - Il corteo avanza e parte la prima violenta carica della polizia
16.30 Venezia  - Il corteo è partito, davanti una rappresentanza dei promotori rinnova l'invito alle forze dell'ordine di lasciar passare il corteo. Si ricorda che l'autorizzazione era stata richiesta fin da agosto e ieri all'improvviso è arrivato il divieto, come un vero e proprio diktat del Ministro Maaroni. 
16.26 Venezia - Strada nuova e' bloccata dalle forze dell'ordine
16.17 Venezia - Corteo partito. la polizia blocca l'ingresso a Strada nuova e il ponte degli scalzi
16.12 Venezia - Ci stiamo preparando a partire. Sullo striscione di apertura la scritta 'Venezia bene comune'
16.07Venezia - I manifestanti si preparano a partire in corteo
16.05 Venezia - I manifestanti si stanno preparando per partire con il corteo.
15.52 Venezia - Siamo in attesa degli ultimi treni e autobus dall'Emilia per partire con il corteo. Anche molti migranti si stanno aggiungendo al concentramento.
15.48 Venezia - Si susseguono gli interventi: "Venezia città libera" e "diritto a manifestare" le parole d'ordine
15.43 Venezia - "Oggi qui affermiamo il diritto a tenere la testa alta, all'arroganza del potere. Oggi Venezia e' la città dell'alternativa, conquistiamocela insieme" dicono dal sound system
15.42 Venezia - Arrivati a venezia con "odio la lega bus" i centri sociali dell'emilia-romagna. Con lo striscione "voi la casta della crisi, noi i diritti e la dignita'"
15.41 Venezia - Liberiamo la città rifiutiamo le prescrizioni del Ministro padano-romano maroni
15.38 Venezia - Anche esponenti delle forze politiche democratiche oggi qui alla manifestazione
15.35 Venezia - Centinaia di bandiere "Liberi dalla lega" riempiono il piazzale della stazione
15.35 Venezia - In migliaia al concentramento in stazione
15.35 Venezia - Oggi Venezia e' nostra! Non possiamo accettare il divieto a manifestare che ci da il Ministro leghista Maroni
15.30 Venezia - Un elicottero sorvola il concentramento
15.29 Venezia - Appena arrivati i compagni dell'Emilia Romagna
15.10 Venezia - Odio la lega canta la piazza
15.07 Venezia - Gli antirazzisti bolognesi stanno arrivando al concentramento in corteo dal tronchetto
15.06 Venezia - Dal Sound System: Lega ladrona 
15.04 Padova - Il treno da Padova con i manifestanti é arrivato nella stazione di Venezia.
15.04 Padova - I manifestanti di Padova sono arrivati a venezia!
14.55 Venezia - Sono già centinaia le bandiere 'Liberi dalla lega' che sventolano nel piazzale di fronte alla stazione 
14.54 Venezia - Il presidio a piazzale stazione continua a crescere. I veneziani arrivano entusiasti  all'iniziativa di liberazione della città
14.40 Venezia - Sono arrivati gli attivisti antirazzisti dalle Marche al grido venezia bene comune!sabato 17 settembre 2011 
14.33 Padova - Saliti sul treno i manifestanti sono ora pronti a raggiungere la stazione di Santa Lucia dove ha luogo il concentramento.
14.26 Padova - I manifestanti sono arrivati al binario in attesa dell'arrivo del treno che li porterà a Venezia al grido di "Odio la lega"!
14.10 Venezia - Inizia il concentramento dei manifestanti in piazzale stazione
14.10 Venezia - Un grande striscione "Lega ladrona, fuori da Venezia" é stato esposto in piazzale della stazione ad attendere i manifestanti delle altre città,dall'impianto si susseguono interventi "liberiamoci dalla lega!"
14.04 Vicenza - I manifestanti stanno partendo con il treno verso Venezia per il corteo contro la legasabato 
14.03 Padova - Alla stazione dei treni stà iniziando il concentramento per la partenza verso venezia. "liberi dalla lega".

sabato 17 settembre 2011

Lo sport che dice no alla LegaNord. Appello per la mobilitazione il 17 sett. a Venezia


APPELLO ALLA MOBILITAZIONE DEL MONDO DELLO SPORT
SABATO 17 SETTEMBRE
“VENEZIA BENE COMUNE”
Domenica 18, Venezia sarà teatro della triste sfilata del popolo verde, leghisti razzisti giungeranno in isola per il Padania Day.
“LEGA LA COMMEDIA E’ FINITA” !
Con questo slogan, rivolgiamo l’invito al mondo dello sport, a partecipare in tanti, alla manifestazione di Sabato 17 Settembre a Venezia.
Pensiamo che lo sport abbia qualcosa da dire, perchè per noi i valori dell’antirazzismo, dell’aggregazione sono fondamentali, tutti i giorni come tutte le volte che giochiamo e tifiamo, nelle palestre nei campi da gioco e nelle nostre città.
Sabato saremo in tanti sotto lo stesso striscione vestendo le nostre maglie e portando i nostri colori, perchè chi ama lo sport odia il razzismo.
Perchè non possiamo restare indifferenti alla crisi, alle politiche securitarie che questo governo, Lega Nord in testa, vorrebbe imporre attraverso i tagli al sociale e alla cultura. Quelle politiche securitarie che dalle strade agli eventi sortivi, dalla tessera del tifoso alla militarizzazione e controllo delle nostre città sono state imposte e volute dal partito padano.
Quella stessa Lega Nord che, come ha dimostrato il giro della Padania, ha fortemente puntato alla gestione dello sport nazionale; la lega nazionale dilettanti nel calcio, il ciclismo, appunto, il rugby e sono alcuni esempi della la gestione diretta, da casta, delle politiche e degli organi sportivi nazionali.
Per questo Sabato saremo insieme a Venezia, con i nostri colori, con i nostri slogan , per dire che non ci stiamo, che attraverso lo sport noi crediamo e vogliamo un mondo migliore, senza la Lega e senza razzismo.
Ama lo sport odia il razzismo
united against Racism
per adesioni inviare una mail a amalosportodiailrazzismo@gmail.com
Polisportiva San Precario, Padova
GATE22 Venezia Mestre, Venezia
Polisportiva Independiente; Vicenza
Cicloofficina- Spazio comune La Granata, Padova
Palestra Popolare Tpo; Bologna
Hic sunt leones F.C, Bologna
Squadra Antirazzista La Paz , Parma
Polisportiva  Antirazzista Assata Shakur Ancona 2001, Ancona
Asd i 5 elementi, Padova
Virtus Fans (VirtusVecompVerona) – CurvaNord, Verona

mercoledì 14 settembre 2011

Info pullman dall'Emilia Romagna - “Odio la Lega bus”

La partenza da Parma è prevista sabato 17 settembre alle ore 10 dalla camera del lavoro.

il costo è di 15 euro.

Per info e prenotazioni

3403234126 - 3484285794 - spam_parma@yahoo.it

Di seguito i contatti per le altre città emiliane.
Bologna - 3336184031 - tpo@mail.com
Reggio Emilia - 3487458148 - aq16.laboratorio@gmail.com
Parma - 3403234126 - spam_parma@yahoo.it
Rimini - 349 5666110 - lab.paz@gmail.com
Sabato 17 settembre 2011 anche la squadra di calcio antirazzista "La Paz!" parteciperà in prima linea alla manifestazione nazionale CONTRO LA LEGA NORD. Sabato non andremo a contestare solo il partito del "sole delle Alpi". Andremo a contestare tutto quel sistema razzista, intollerante, sessista e xenofobo creato dalla retorica di gente che non vede altro se non i propri interessi personali. Andremo a proporre un'alternativa collettiva a tutto ciò. Un'alternativa che parla di beni comuni, del diritto all'uguaglianza, del diritto alla libera circolazione di corpi e di idee, del diritto ad una vita dignitosa.Facciamo allora appello a tutti e a tutte perché sabato 17 settembre, a Venezia, soffi forte il vento dell'alternativa. Perché si costruisca una partecipazione vera e reale contro chi sta ridisegnando una società di privilegi esclusivi per la casta e un azzeramento di tutti i diritti sociali e individuali.
E' giunto il momento che la casta "padana" (che sta gestendo e governando la crisi) senta forte la voce di chi la crisi non è più disponibile a pagarla, così come non è più disponibile che le parole dell'odio leghista coprano le tante voci di quanti, in questi mesi, hanno e stanno lottando per costruire un'alternativa a questa società, al confinamento brutale e al processo di clandestinizzazione dei diritti di tutt* noi.



HOTEL RIVOLTA - No Border





Il progetto musicale Hotel Rivolta nasce a Rimini nell’estate 2011, dalla collaborazione dei due giovani musicisti Bobby e Sena, figli della scena punk della città con il precedente gruppo Reagenti Limitanti. Da tempo militanti nel collettivo Lab Paz Project fin dalla nascita la band tratta delle tematiche affrontate dal laboratorio, attraversando i luoghi ed i percorsi del trascorso anno politico. Lo stesso nome “Hotel Rivolta” ricalca una delle principali problematiche fronteggiate dal collettivo durante la stagione estiva riminese, ovverosia lo sfruttamento dei lavoratori stagionali negli alberghi della riviera. I vari pezzi trattano quindi di tematiche politico/sociali di attualità e movimento, in un mix di punk e rap su di una sperimentale base acustica.
Nell’agosto della stessa estate esce il primo singolo “No Border”, scritto dopo la giornata di lotta del 17 aprile 2011 a Ventimiglia per il treno della dignità contro il confinamento, la detenzione dei migranti e l'accoglienza trasformata in emergenza dal Governo italiano.
La scelta del gruppo di suonare prevalentemente in acustico, per mancanza di spazi in cui provare, si traduce nell’uso di strumenti insoliti come il cajon e l’ukulele affiancati alle più classiche chitarre e armoniche. La malinconica voce del violoncello completa il quadro.
Le registrazioni si effettuano in uno studio recording homemade, ottenendo comunque un buon livello di qualità.
La band è al momento impegnata nell’incisione del primo album, la cui uscita è prevista intorno a dicembre 2011.

Per info e contatti:

hotel rivolta@libero.it
http://www.myspace.com/571956288
Cerca su facebook: Hotel Rivolta

Esperienze di azionariato popolare in Italia



Per fortuna che tra tutte le telenovele estive del Calciomercato qualche buona notizia ogni tanto esce fuori. Vogliamo parlare dell’azionariato popolare legato alle squadre di calcio. L’idea che la squadra di calcio sia un bene comune, un patrimonio dei tifosi e non un giocattolo oppure un’occasione di speculazione personale di un affarista è molto diffusa. L’elemento positivo è che anche in Italia si stanno sviluppando iniziative che cercano di concretizzare questa idea. L’anno scorso al Festival No Dal Molin abbiamo ospitato l’esperienza di Venezia United, progetto lanciato dai tifosi unionisti. Ci sono due esempi significativi da valorizzare che sono quello di Modena e Mantova. Per quanto riguarda la squadra emiliana, l’1% delle quote è di proprietà di una cooperativa di 228 tifosi  modenesi che si chiama “Cooperativa Modena Sport Club”. L’1% è vero che è una quota piccola, ma è un dato importante perchè è il primo esempio tra le squadre professionistiche. Molto importante è anche il caso mantovano. Il Mantova, dopo aver sfiorato la serie A ai playoff negli anni precedenti, l’anno scorso è fallita e questa stagione ha giocato in serie D. “Mantova United” è il progetto di azionariato popolare lanciato da un gruppo di tifosi virgiliani, che ha portato ad acquisire il 25% delle quote. Anche se in serie D, il Mantova è un esempio importante, perchè per la prima volta un gruppo di tifosi riesce a possedere una quota importante di una squadra.
Finalmente dopo la Spagna con Athletic Bilbao, Alaves, Barcellona e l’Inghilterra con United of Manchester, Wimbledon ed altri, anche in Italia ci si muove in modo serio tanto che stanno nascendo progetti di azionariato anche tra squadre con bacino di tifosi più ampio come Roma (My Roma) e Torino (Toromio) e comincia ad esserci un primo coordinamento nazionale, che potete visitare al sitowww.azionariatopopolareitalia.it
A livello europeo poi esiste già una rete ben avviata che si chiamaSupporters Direct
Per saperne di più su cosa sia l’azionariato popolare, i suoi principi ispiratori e come funziona prendiamo in prestito un pezzo tratto dal sito di “Modena Sport Club” e vi invitiamo a visitare questi due siti:
www.coopmodenasportclub.it
www.mantovaunited.com
“Il Modena F.C. ha avuto un recente passato positivo che ci ha rinfrancato dal fatto di aver dovuto aspettare più di trent’anni prima di poter calcare ancora palcoscenici importanti come San Siro o come l’Olimpico di Roma, dove ci siamo tolti anche lo sfizio di battere la “Magica” di Mister Capello.
Ma poi tutto si è deteriorato e siamo finiti di nuovo nella serie cadetta. Abbiamo assistito a troppe trattative e a troppe speculazioni fatte sulla pelle di chi poi alla fine è l’ultimo, ma in un certo senso anche il primo, fruitore di ciò che è e che rappresenta il Modena Football Club. Abbiamo dovuto subire risultati sportivi deprimenti e ci è stata tolta anche la prospettiva di gioie future annientando il settore giovanile, sacrificato in nome del bilancio.
L’idea dell’Azionariato Popolare è nata proprio in difesa di ciò che amiamo, per proteggere il Modena, finché siamo ancora in tempo, dalla “morte” sportiva.
Così è nata la Società Cooperativa Modena Sport Club che ha come unico obiettivo quello di acquisire il 100% del pacchetto azionario del Modena FC, consegnando così nelle mani dei tifosi che aderiranno al progetto, la proprietà della loro squadra del cuore.
Non sappiamo in quanti giorni, mesi, anni riusciremo a raggiungere il nostro obiettivo, ma ci proveremo, iniziando anche con l’entrata in società con l’1% per poi iniziare una scalata che solo il tempo ci dirà se sarà possibile.
Solo i tifosi garantirebbero il bene del club a prescindere dai vari fattori economici, umorali e ambientali. A questo momento sono più di cento i soci ordinari e sovventori che hanno versato la quota di adesione e abbiamo raccolto 30.000, 00 euro. Altre 1.300 persone hanno sottoscritto schede di adesione ed aspettano di effettuare il versamento in base alla dimostrazione reale di una nostra entrata nel Modena F.C.
Abbiamo chiesto l’aiuto e il coinvolgimento del Comune, della Provincia, di associazioni di categoria, di piccoli, medi e grandi imprenditori locali, ma la cosa che ci ha riempito di gioia è che hanno risposto in numero considerevole tanti studenti, molti pensionati, tante casalinghe, tanti ragazzi minorenni che sognano ancora di poter sfidare il Milan, la Juve e l’Inter.
Al Braglia ci sono in media 7.000 ( in serie A eravamo 15.000) tifosi gialloblù ogni sabato a gridare il proprio amore per i canarini, se ognuno di essi aderisse all’Azionariato la quota per l’acquisto del club sarebbe ancora più vicina e finalmente potremmo dire a tutto il mondo calcistico che “il Modena è di chi lo Ama”.
Relazione tra cooperative e calcio.
Ci sono differenze nel modo in cui operano le società di calcio, soprattutto negli ultimi anni, e il modo in cui operano le cooperative.
Infatti, noi crediamo che ciò dimostri che la via che il calcio ha intrapreso, muovendosi alla ricerca del denaro ed allontanandosi dai tifosi, sia una delle ragioni per cui troppi club in Italia si sono ritrovati – come il Modena – con significativi problemi finanziari, con proprietari per i quali è sempre più difficile continuare con questo approccio – soprattutto durante una recessione.
Ma c’è speranza, e questa speranza è la cooperazione: la nostra situazione in Italia rispecchia quella che si è sviluppata nel calcio inglese pochi anni fa; problemi simili al Northampton Town portarono i tifosi a creare la prima cooperativa di supporters nei primi anni ‘90, tramite la quale rilevarono una quota nel loro club. Oggi la cooperativa è tra gli azionisti del club ed ha due rappresentanti nel direttivo.
L’iniziativa ebbe tanto successo e fu così importante che nel 1999 venne creata un’organizzazione chiamata Supporters Direct con lo scopo di aiutare altri gruppi di tifosi ad organizzare cooperative simili e raggiungere lo stesso scopo: che i tifosi avessero, in tutto o in parte, la proprietà del loro club. E uno dei principali sostenitori di questa organizzazione è Co-operatives UK, che rappresenta il settore cooperativo inglese, per un giro d’affari di 30miliardi di Euro.
In tantissimi casi queste cooperative di tifosi hanno aiutato i club coinvolti a diventare più stabili, spesso ricostruendoli dopo che avevano a lungo contato sui finanziamenti di singoli individui. Tutte le persone coinvolte hanno lavorato insieme per avere un club migliore: non c’è migliore dimostrazione nel calcio dei valori del movimento cooperativo in Inghilterra così come in Europa.
La cooperativa dei tifosi dell’Arsenal, club della Premier League inglese, è diventata un importante partner del direttivo del club, e controlla il 3% delle azioni. L’Arsenal è un club costruito sulla comprensione che tifosi sono la prima cosa da prendere in considerazione, e questa cooperativa è vista come un aiuto a proteggere il club per i tifosi attuali e futuri, tifosi che lo amano e per i quali ha grande importanza.
Lo Swansea City, club che era sull’orlo della chiusura, sotto un singolo proprietario privato, solo pochi anni fa, divenne per il 20% di proprietà della cooperativa dei suoi tifosi, e da allora ha costruito un nuovo stadio da 25mila posti ed ha ottenuto sul campo diverse promozioni, fino a sfiorare quella in Premier League nella passata stagione.
L’Exeter City, anch’esso sull’orlo della chiusura sotto un singolo proprietario privato, con debiti per 4,5 miliardi di Euro, fu acquistato nel 2003 dalla cooperativa dei suoi tifosi, che ha ricostruito il club nel corso degli anni. Sul campo, l’Exeter City ha appena conquistato la seconda promozione consecutiva ed è passato dal semi professionismo al gradino più basso del calcio professionistico inglese.
L’AFC Wimbledon, che è rinato come cooperativa di proprietà dei suoi tifosi dopo che l’originario Wimbledon FC fu portato loro via e spostato di 120 km, è stato promosso quattro volte, dalla nona alla quinta divisione del calcio inglese, in soli sette anni.
E l’FC United of Manchester – creato da tifosi del Manchester United che ne avevano avuto abbastanza del modo in cui il denaro stava distruggendo il loro club – è partito dalla nona divisione ed ha ottenuto tre promozioni in quattro anni, ed è vicino a costruire il proprio stadio. È un altro club di proprietà di una cooperativa di tifosi. Quest’anno è stato premiato da Co-operatives UK con un riconoscimento per avere promosso i valori cooperativi.
Questi sono esempi di cooperative attive nel calcio. Noi crediamo che anche il calcio possa beneficiare della forte tradizione cooperativa italiana, a tutti i livelli, Infatti, in Italia le cooperative competono nel libero mercato del settore alimentare, nel quale sono operativi quasi 130.000 punti vendita che impiegano quasi 56.000 persone, con 62 milioni di soci e ricavi annuali di 12 miliardi di Euro. Ed il nostro calcio condivide radici simili a quello inglese, in cui le persone si uniscono per giocare a calcio e per assistere alle partite. È un fenomeno collettivo.
In Germania, la proprietà dei club è di tipo cooperativo ed è questo che ha permesso al calcio tedesco di avere il campionato più profittevole in Europa, e anche uno di quelli di maggiore successo. La cooperativa è anche il modo in cui è strutturata la proprietà del club campione d’Europa, il Barcellona, e di diversi altri club spagnoli tra i quali il Real Madrid. Ed è qualcosa che sia la Commissione Europea e l’Unione Europea hanno appoggiato in modo importante e che l’Uefa ha indicato come il suo modello proprietario preferito.
Con il supporto dell’Uefa, Supporters Direct sta già aiutando gruppi di tifosi in 13 nazioni tra cui Germania, Spagna, Svezia, Israele, Repubblica Ceca e anche Italia, fornendo consulenza sui modelli cooperativi nel calcio e su come essere coinvolti nel club che amano. Il Modena Sport Club ha già beneficiato del loro supporto e di quello di altre cooperative di tifosi da tutta Europa.
Le cooperative non sono solo per l’olio d’oliva, per il vino o per i supermercati. È un fatto che le cooperative possono essere impiegate a tutti i livelli, che siano grandi e piccole, nel calcio come nel cibo, al Barcellona come al Modena.
È il momento che chiunque abbia a cuore il migliore interesse del Modena si unisca per salvare il club e per assicurarne il futuro. Per questo desiderio non possiamo pensare ad una espressione che sia migliore di cooperazione.”
tratto da: http://polindependiente.blogspot.com/

martedì 13 settembre 2011

Viaggio ad Amburgo per conoscere l’Azionariato Popolare tedesco



Presentiamo il video realizzato da MyRoma, l’associazione che cura l’azionariato popolare della as Roma e attiva nella battaglia contro la tessera del tifoso e per i diritti dei tifosi, sull’ azionariato popolare in Germania.
Buona Visione

domenica 4 settembre 2011

Venezia è un bene comune - Lega Nord, la commedia è finita!

Sabato 17 settembre 2011 a Venezia! Per la dignità, per i diritti, per la democrazia 

Logo No Lega 18 settembre 2011 Venezia
Venezia 17 Settembre 2011
Per la dignità, per i diritti, per la democrazia
Il prossimo 18 settembre il partito della Lega Nord chiamerà i suoi militanti a raccolta a Venezia per inscenare lo stanco rito della secessione simbolica.
I suoi dirigenti, dal palco di riva Sette Martiri, avranno poco di cui vantarsi: da tre anni ormai, determinanti per il sostegno parlamentare al decotto Berlusconi, al governo di “Roma ladrona” ci sono proprio loro. Occupano prestigiose poltrone ministeriali e fanno parte, a pieno titolo, della Casta. Allo stesso modo, guidano comuni e provincie in tutto il Nord, e qui hanno occupato i consigli d’amministrazione di enti di ogni genere. Gestiscono potere, distribuiscono risorse, curano clientele. Eppure, la crisi avanza. Crescono di giorno in giorno le difficoltà a mettere insieme un reddito dignitoso per lavoratrici e lavoratori, precari e partite Iva, artigiani e piccoli imprenditori. Al posto del promesso federalismo arrivano i tagli alla sanità e al welfare. Al posto dell’autonomia impositiva, ticket e nuove tasse.
Ad essere recitati saranno allora, ancora una volta, gli slogan vuoti della retorica secessionista, le chiacchere roboanti del populismo e della demagogia, e soprattutto le oscene parole dell’odio verso i migranti e i “meridionali”. Questa volta più che mai serviranno a raccattare consenso per un partito che, invece, dal governo in cui siede, ha scelto di gestire la crisi scaricandone il prezzo sui più deboli, di imporre dall’alto le decisioni alle comunità territoriali a Nord come a Sud, di sostenere la distruzione sistematica dei diritti dei lavoratori.
Per questo siamo indignati. Perché sappiamo che dove c’è razzismo non c’è dignità, dove le decisioni vengono prese dall’alto ad essere sconfitte sono le istanze democratiche, dove dominano retorica e populismo ad essere sconfitta è l’alternativa per una società più giusta.
Facciamo allora appello a tutte e tutti, perché la Casta padana che sta gestendo la crisi senta forte la voce di chi la crisi non è più disponibile a pagarla, per non lasciare che le parole dell’odio coprano le tante voci di quanti, in questi mesi, hanno marciato per il cambiamento. Facciamo appello ai migranti ed alle associazioni anti-razziste in lotta contro la sanatoria truffa, per una accoglienza degna, per i diritti di cittadinanza; ai comitati per la difesa del territorio e dei beni comuni; agli studenti che si battono per la conquista di un presente ed un futuro migliori; ai sindacati ed ai lavoratori che difendono la dignità nel lavoro; a tutti i cittadini indignati di questa Regione e di questo paese perché sabato 10 settembre 2011, a Venezia, a ridosso del raduno della Lega, soffi forte il vento dell’alternativa.
Lega Nord, la commedia è finita. E’ ora invece di alzare forte la voce: per i diritti, la dignità, la democrazia. SABATO 17 SETTEMBRE MANIFESTAZIONE con concentramento alle ore 15 piazzale antistante la Stazione ferroviaria di Venezia Santa Lucia
Promuovono:
Rete Tuttiidirittiumanipertutti (Venezia), Liberalaparola (Venezia), Razzismo Stop (Venezia), FIOM provinciale di Venezia, Coordinamento Studenti Medi (Venezia e Mestre), Coordinamento Studenti Universitari (Venezia), Centro Sociale Rivolta (Marghera), Sale Docks (Venezia), Laboratorio Morion – Casa dei Beni Comuni (Venezia), Il Villaggio (Venezia), Assemblea Permanente Contro il Rischio Chimico (Marghera), COBAS - Comitati di Base della Scuola (Venezia), Urban Code (Venezia), Wonderland Libreria Fumetteria (Mestre), Associazione "Io Clandestino" (Venezia), Gruppo Mani Tese di Mestre, SEL Federazione di Venezia, Libreria Marco Polo (Venezia), Associazione Djembe (Venezia), Circolo ARCI Metricubi (Venezia)
PER ADERIRE MANDA UNA MAIL A: venezia17settembre@libero.it
Prime adesioni:
Presidio No Dal Molin (Vicenza), FIOM del Veneto, Bocciodromo (Vicenza), Razzismo Stop (Padova), Cso Pedro (Padova), ADL USB (Padova), Ass. Ya Basta (Padova), Comitato Genitori ed Insegnanti per la Scuola pubblica (Padova), Brigata di Solidarietà Attiva (Padova), Associazione per la Pace (Padova), Razzismo Stop (Treviso), FuoriClasse, Scuola di Italiano per il Mondo (Treviso), ADL-USB Treviso, Quotidiano Ambientalista Terra, Rete Contro il Nucleare (Chioggia), COBAS - Comitati di Base della Scuola (Veneto), Circolo del Manifesto (Padova), Cso Bruno (Trento), Ass. Ya BAsta (Trento), Laboratorio Insurgencia (Napoli), Laboratorio Palayana (Universita’ Federico II , Napoli), Rete Commons! (Napoli e provincia), Associazione Shimabara (Marche), Polisportiva Antirazzista Assata Shakur (Ancona), Comunità in Resistenza (Empoli), Ashiwa per l'integrazione Quarto (Napoli), Ass. Città Migrante (Reggio Emilia), Laboratorio Aq 16 (Reggio Emilia), Cs Tpo (Bologna), Squadra di calcio antirazzista "La Paz!" (Parma),Casa Cantoniera (Parma), ArtLab (Parma), Lab.Paz Project (Rimini), Ass. Rumori Sinistri (Rimini), Cobas PT-CUB (Padova)

Tratto da: Globalproject.info

sabato 3 settembre 2011

L’allenatore col manganello


di Mauro Valeri
Pochi mesi fa, alla notizia che Paolo Di Canio potesse diventare allenatore del lo Swidon Town (League Two, la quarta divisione inglese), avevamo avanzato la speranza che tale ipotesi naufragasse. Nonostante alcune critiche giunte anche dalla stessa Inghilterra, alla fine Di Canio era stato ingaggiato, accompagnato dal beneplacito di alcuni giornalisti sportivi, che continuavano a esaltarne un suo lontano gesto di fair play, dimenticando invece altri comportamenti assai scorretti tenuti dal calciatore, in campo e fuori. Il nostro veto era sia “politico”, sia tecnico. Il calcio “fascista” ha poco a che fare con la cultura sportiva. Ora la storia sembra darci ragione. Non solo Di Canio ha dimostrato di essere un pessimo allenatore (nelle prime cinque partite, tra Coppa e campionato, ha rimediato cinque sonore sconfitte), ma nell’ultima gara contro il Southampton ha anche dimostrato quanto sia ormai sbiadito quel tanto declamato gesto di fair play e quanto sia più in continuità con comportamenti da vero “fascista”. Ecco i fatti, avvalorati anche da un video amatoriale da tutti visionabile. Di Canio ha qualcosa da dire ad un suo giocatore, Leon Clarke (casualmente nero di pelle), e lo invita negli spogliatoi strattonandolo per la maglietta. Clarke non si fida (forse conosce il passato e il presente del suo coach?); così blocca i piedi e toglie la manaccia che Di Canio, “amorevolmente”, gli aveva messo dietro il collo per meglio spintonarlo. La scena ricorda un po’ i rastrellamenti polizieschi, se non fosse che Clarke è in divisa sportiva e Di Canio con giacca e cravatta stile fair play. Comunque sono scene mai viste su di un campo di calcio professionista. In genere, ad un allenatore viene richiesto di utilizzare un certo carisma e non certo il manganello. Con le buone e, soprattutto, con le cattive, Clarke viene accompagnato nel tunnel e da lì nello spogliatoio. Qui le immagini del video si fanno meno chiare, ma si capisce che Di Canio mette ancora le mani addosso a Clarke, il quale si trattiene per rispetto dei ruoli o perché una scena simile non gli era mai capitata nella sua pur lunga esperienza professionistica. Urla e spintoni come una vera aggressione. Poi il video si chiude. Difficile sapere cosa sia realmente accaduto in quello spogliatoio. Più prevedibile è ipotizzare cosa accadrà nei prossimi giorni. Di sicuro la carriera da allenatore di Di Canio sembra ormai chiusa, almeno con lo Swidon Town. Ma c’è quasi la certezza, che già avevamo espresso, che presto lo rivedremo negli studi televisivi italiani come esperto commentatore calcistico (esperto di che?), perché si sa che in Italia questi precedenti sono considerati al pari delle sciocchezzuole. Oggi chiedere al circo calcistico una maggiore coerenza con quella che è la cultura sportiva sembra davvero troppo. Anzi, temiamo che tra FIGC e giornalisti “sportivi” qualcuno avanzi anche l’interpretazione che si sia trattato di un episodio di disdicevole “resistenza ad allenatore italiano”, richiedendo l’arresto del nero Clarke e proponendo il prode Di Canio come l’allenatore della Nazionale “davvero” italiana.

tratto da: Sport alla rovescia