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mercoledì 2 novembre 2011

Milan Lab


di Ivan Grozny
A parte Calabrese sul sito di Repubblica, non c’è un solo giornalista che in riferimento a quanto sta accadendo attorno al Milan, abbia parlato di doping.
E’ possibile? E proprio questo strano silenzio rafforza i miei dubbi. Già, perché mi sembra impossibile che di fronte a due casi anomali riguardanti calciatori della stessa società, nessuno si sia chiesto se sia possibile che magari…
Ma andiamo per ordine. Qualche settimana fa Rino Gattuso si presenta in sala stampa con un occhio bendato e dichiara che non si capisce come sia accaduto, ma l’occhio destro non funziona come dovrebbe. Si è parlato di uno scontro di gioco ma non è così. Lo ha smentito lui stesso. Cosa può essere successo?Passa un mese e Antonio Cassano ha il malore di cui si parla in questi giorni. SI parla di ictus ischemico, ma solo oggi c’è stata una comunicazione ufficiale. Un comunicato che di fatto non chiarisce per nulla la situazione. Il Milan sono parecchi anni che ha scelto di non fare sapere che tipo di infortuni colpiscono i proprio giocatori. E perché? E’ solo questione di privacy?
Come sappiamo, nel calcio non ci sono calciatori omosessuali e nessuno fa uso di sostanze dopanti.
Qualcuno ogni tanto fa uso di sostanze “ricreative”, e viene punito prontamente. Vedi il caso di Carrozzieri, di Pagotto, di Bachini o del povero Edoardo Bortolotti (http://it.wikipedia.org/wiki/Edoardo_Bortolotti ).
Come si può notare solo e sempre calciatori “minori”. Mai grandi nomi.
Sicuramente ricorderete il caso del dottor Agricoli, medico della Juventus. Società che ancora oggi si fregia di essere stata assolta da quella accusa, confidando nella poca memoria degli sportivi. Ma si trattava di prescrizione, non di estraneità a i fatti, che anzi fu provata senza dubbio alcuno.
Carlo Petrini sono anni che denuncia quello che accade nel mondo del calcio (http://www.youtube.com/watch?v=q8INiiuN_zY ), ma non è molta la considerazione che gli viene data. Perché chi parla di calcio ( i giornalisti) è lo stesso che di calcio vive, e quindi come può porre domande scomode? Come può essere critico se è parte integrante del sistema?
Settimana scorsa un giovane giornalista di Repubblica è stato cacciato da Formello perché voleva sapere come mai non sono a bilancio voci riguardanti la cessione di giovani calciatori a società del Lazio e della Toscana. Lotito, il presidente biancoceleste lo ha fatto cacciare a malo modo.
Credete quindi che qualcuno porrà una domanda del genere riguardante Milan Lab, a Galliani?

Tratto da: Sport alla rovescia

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