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domenica 27 novembre 2011

LA BISTECCA DI CONTADOR

di Ivan Grozny
Forse qualcuno ricorderà quanto scalpore e clamore fecero, nel 2010, le parole di Torri, Procuratore Capo dell’Ufficio Procura Antidoping del CONI. Disse con chiarezza che nel ciclismo i controlli dimostravano una sola cosa: “si dopano tutti”.
Ora ha leggermente cambiato posizione, facendo leva sul fatto che le attività di controllo sono fatte seriamente e che i nodi sono venuti al pettine. Il ciclismo ha fatto molto, in questo senso, e lo stesso procuratore dichiara che solo un anno fa, tutti i ciclisti interrogati dichiaravano apertamente che doparsi è una pratica diffusa a tutto il gruppo.
Solo un anno dopo le sue parole, pronunciate qualche giorno fa al Convegno di Faenza “2001-2011, dieci di anni di lotta al doping, bilanci e prospettive” sono di un tenore diverso, e anzi fa i complimenti a questo sport che, a suo dire, ce la sta mettendo tutta per uscire da questa situazione.Giovedì 24 è il giorno in cui terminerà il procedimento in cui verrà giudicato, a Losanna, Alberto Contador, fresco vincitore di Giro d’Italia e Tour de France. L’accusa è quella di avere assunto sostanze proibite, visto che è risultato positivo al clenbuterolo. Quando un atleta, in prossimità della competizione, interrompe l’utilizzo di steroidi anabolizzanti per risultare negativo ai test antidoping, sostituisce questi prodotti con il clenbuterolo. Questa strategia viene adottata per limitare la perdita di massa muscolare e migliorare la definizione. Non stiamo accusando Contador di avere fatto uso di doping (nooo..!?!?), ma semplicemente, per completezza di informazione, chiariamo perché questa sostanza è nella lista delle sostanze dopanti.
Detto questo, il ciclista spagnolo sta cercando di dimostrare la sua estraneità ai fatti, e che questa sostanza è stata trovata nel suo corpo perché assunta casualmente durante un pranzo. La sostanza, secondo la difesa, sarebbe stata presente in una bistecca, e per questo motivo, tra lo stuolo di periti e di avvocati al seguito di Contador, c’è anche il macellaio, Xabier Zabaleta, che possiede una macelleria a Irùn, e che sta vivendo un momento di grande popolarità. Testimonianza chiave la sua, che, a pensarci bene, dovrà mettere in discussione la sua attività, visto che dovrà dichiarare di vendere carne avariata, ma questo se fatto per amore della verità.. ci sforziamo di credere nella buona fede di questo personaggio. Dipende molto da lui l’esito di questo processo. Non fa un po’ sorridere?
La federazione ciclistica iberica ha creduto alla tesi di Contador, e del suo macellaio, e non poteva essere altrimenti. Ora bisogna convincere Wada e Uci. Non dovrebbe essere impossibile..
Vicenda importante, visto che riguarda il più importante e vincente ciclista dei nostri giorni. Curiosi di sapere come andrà a finire? Pochi giorni e sapremo.
Una cosa che invece rischiamo di non sapere riguarda quanto è accaduto settimana scorsa in uno dei programmi televisivi sportivi più popolari dell’intera Spagna. Stiamo parlando di Punto Pelota, appuntamento di approfondimento settimanale solitamente incentrato sul football. Ebbene, complice anche una settimana dedicata alle nazionali, c’è stato lo spazio per parlare anche di altro…
Ospite della trasmissione http://www.youtube.com/watch?v=rSEGxYUiRTM Oscar Pereiro, ex ciclista, vincitore del Tour del 2006, dopo la squalifica di Floyd Landis. Ora gioca in terza divisione a calcio, e per questo era l’ospite della puntata. Un caso anomale, dal ciclismo al calcio. E forse per caso, ma si finisce a parlare di doping.
Pereiro prende la difesa dei ciclisti, ma non per partito preso, ma cercando di ragionare del perché di tante differenze tra uno sport e un altro. Ad esempio spiega che l’uso del cortisone è consentito nel calcio, mentre nel ciclismo è doping. Andare nelle cliniche svizzere a pulirsi il sangue, è fuori legge per un ciclista, ma, cito testualmente “se lo fa Zidane è uno che ha cura della sua salute, se lo fa un ciclista è un delinquente..”
E poi, rincarando la dose, fa l’esempio di Guardiola che anni fa è stato squalificato per uso di nandrolone, quando era in Italia, ma riuscì a dimostrare che era il suo corpo che ne produceva più della media.
Ma l’attacco frontale parte quando si comincia a parlare dell’Operacion Puerto, quando a fronte del ritrovamento di duecento e più sacche di sangue congelato si andò a punire solo ciclisti, tralasciando gli altri sport; e per lo più stranieri, pochissimi gli spagnoli. Ma tra questi, i clienti del professor  Eufemiano Fuentes, c’erano calciatori, pallanuotisti e  tennisti, tanto per fare qualche esempio…
“Perché quei nomi – puntualizza Oscar Pereiro – non sono mai emersi nelle varie inchieste? Perché  in Spagna non si è voluto fare chiarezza su questo? Di chi sono le sacche di sangue trattato indicate con il nome, campioni di Europa? Spero che un giorno Fuentes dica tutta la verità”.
Ultima notazione. I giornalisti presenti in trasmissione, per lo più calcistici, hanno chiaramente difeso la categoria dei calciatori, i loro interessi, e come accade anche da noi, si sono ben guardati dal porre delle questioni, cosa che invece sarebbe implicita nel loro ruolo, e si sono vestiti da avvocati. C’era chi, non troppi anni fa, parlò di prostituzione intellettuale… mi sento di condividere questo tipo di lettura.
Mi verrebbe da dire che tutto il mondo è Paese. Ma come non si è dato il risalto che avrebbe meritato la testimonianza di Pereiro in Spagna, pensate che qualcuno in giro per l’Europa si sia accorto di qualcosa? Forse solo Yannick Noahhttp://sportallarovescia.wordpress.com/2011/11/21/yannick-noah-e-la-pozione-magica/