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venerdì 19 ottobre 2012

Pagelle della 5° giornata di campionato - Ozzano United FC vs La Paz!

LaPAZ-oZZANOuNITED 1-2. Video e PageLLe
Diakite(Portiere): 7-. Sicuro tra i pali e concentrato, il nuovo portiere difende la porta ricordando l'ultimo spartano rimasto vivo nella battaglia delle Termopili. SARACINESCA...quasi.
Riccardo Sacco: 6,5. Buona prestazione per il membro del famoso dreamTeamMusicale OneDredSociety, corre come un folle dietro ai rapidi avversari facendo quel che deve, può certamente fare meglio. BERLINESE.
Marcello: 7. Uno dei migliori in campo, sfrutta il terreno vischioso per mettere in scena le sue scivolate precise come la canna da pesca di Sampei, strappa via i palloni nei modi più originali e bizzarri. IL GIOTTO DELLA SCIVOLATA.
Najib: 6,5. Quando tiene la posizione è difficile che qualcuno lo superi, preciso e sicuro con il pallone tra i piedi, se i tifosi urlano ''QUANTO E' FORTE NAJIB'' un motivo ci sarà. TENACE.
Domenico: 6. Nonostante l'infortunio persistente gioca molto bene, peccato per l'espulsione che lo obbliga al riposo forzato. LAPAZZIANO.
sCANNAvino: 6+. Nonostante un serie di buffi errori riesce a contribuire al buon gioco della squadra, i suoi cross su punizione sono sempre più precisi, i tifosi aspettano il gol del capitano, il piede c'è, le testa anche. CONSUMISTA.
Serkan: 7,5. Ancora una volta uno dei migliori, lotta come al solito, guadagna falli e terreno, crea gioco con buoni passaggi, ERCOLE.
lUCKy: 6+. Oggi fuori ruolo, riesce comunque a far notare la sua presenza, talentuoso e combattivo, OK.
cICCIO: 7. Mostra il solito buon gioco tecnico ed essenziale, peccato per il gol mangiato, gli viene negato il gol dal portiere dell'Ozzano dopo una punizione magistrale. SFORTUNATO & ESSENZIALE.
Akgül Vahap: 6,5. Costretto ad uscire DUE volte per infortunio rientra ogni volta e lotta fino all'esaurimento delle forze. CUORE AMARANTO.
Paolo: 7,5. Entra a match iniziato e le cose, in campo, cambiano immediatamente, giocatore astuto che d'astuzia regala ai tifosi un gol di testa dalla distanza. BRAVO BRAVO.
Mister Mirko: 8. Non si possono fare i miracoli, la Paz gioca quasi l'intero match in dieci, prima per carenza di giocatori e poi per l'espulsione di DOmenica. Orchestra bene la squadra nonostante debba fare il guardalinee per alcuni istanti. BOSKOV.
lAPAZ ANTIRAZZISTA: 7. La squadra supportata dai numerosi tifosi sembra ignorare le avversità: pioggia, cartellini rossi, assenti per infortunio o lavoro.Nulla importa, LaPAZ gioca alla pari dei forti avversari, un poco di fortuna in più sarebbe bastata per almeno ottenere quel che sarebbe stato un pareggio giusto, o per una storica vittoria. SUPER EROI.
TIFOSI: VOTO 10. Anche sotto la pioggia gli ultrà Lapazziani sono presenti e urlano come non mai, le forti urla sostengono i giocatori durante tiri e cadute come ANGELI CUSTODI. Nonostante le SCONFITTE i tifosi perdono la voce ad ogni azione della PAZ. Come INDEMONIATI urlano a sostegno di ogni cosa, di color amaranto, che si muove.
URLATORI DAL SANGUE E DAL CUORE COLOR AMARANTO.
oZZANO uNITED: 7. braVI RAgazzi.

domenica 16 settembre 2012

PAGELLE PRIMA GIORNATA DI CAMPIONATO AMATORI UISP s.lAZZARO lApAZ 3-3


MARCATORI: hILLIAS, lORIS, cICcIO.
cICCIO(PORTIERE):5, nonostante la concentrazione il sole impedisce la sua visuale e lo rende vittima di un paio di errate uscite che hanno portato il S.lazzaro al pareggio.
Mimmo: 6,5. uno dei nuovi ingressi, già colonna difensiva, sicuro, coraggioso, le sue punizioni sfiorano il palo, il suo dribbling con incrocio dei pali colpito sono da antologia del calcio.
Matteo: 6,5. Leader difensivo, instancabile, preciso, le sue magliette vanno a ruba. Unica pecca lo scivolone che porta al pareggio del 3-3.
Domenico: 6+. Rivelazione della campagna acquisti estiva. Lo chiamano '' il motorino sulla fascia sinistra'', farà parlare di se. Uscito per infortunio, ma sui social network tranquillizza i tifosi ''tornerò presto''.
Nagib: 6+. Completa l'ottimo quartetto difensivo incarnando lo spirito de LaPAz! Grintoso, veloce, pronto, PENDOLINO.
Qasim: 6. RIspetto all'amichevole contro il Real S.Marco lievemente sotto tono, anche lui nuovo giocatore de LaPAz, veloce, preciso e concentrato, sarà uno dei punti fondamentali della squadra.
Scanna: 6-. Buona partita d'esordio per il capitano della squadra, buona intesa con gli altri giocatori, una buona prestazione, tenendo sempre la posizione e tentando timidamente un tiro dalla distanza, sporcata da alcuni passaggi poco precisi e contrasti persi. IN CRESCITA. 
CicCIo BorSeLLinO: 7,5. Ritornato dalla stagione spagnola domina il centrocampo dialogando alla perfezione con la squadra, gli viene affidato il numero dieci e non smentisce le aspettative, un gol, passaggi, dribbling ben riusciti, e a fine partita ha dichiarato ''RESTERò QUI PER SEMPRE''.
vAHAp: 6. inSERITO nella squadra l'anno scorso dimostra di poter migliorare ancora molto pur mostrando una notevole tecnica,alcuni buoni passaggi e palloni intercettati, peccato per alcuni errori di precisione. DIrà la sua nel corso della stagione.
LOris: 6 pur meritando un 7, o addirittura un otto. Ragazzo talentuoso ma poco umile, durante la partita si ferma a scherzare con il guardalinee, il suo edonismo e l'atteggiarsi da Cristiano Ronaldo proletario de no altri, lo portano a leggerezze imperdonabili e a sbagliare un rigore FONDAMENTALE, nonostante questo una buona prestazione, GENIO E SReGOLATEZZA, in un video ha dichiarato che non batterà più i rigori, i tifosi sperano.
Hillias: 6,5. Bomber, un altro gol dopo l'amichevole con il S.Marco, scatto felino, ingestibile per le difese avversarie, potrebbe sfruttare di più la sua massa e la sua velocità, purtroppo meno grintoso in questa partita, facile pensare a lui come capocannoniere di quest'anno. 
AliEkberSUltan: 6+. GIoca pochi minuti ma entra concentrato, lotta come un LEONE su ogni pallone, fondamentale, ricorda un più grintoso EMERSON. ETERNO
Mhudine: s.v. La giovane promessa de LaPAZ gioca pochi minuti, ma come non ricordare i gol fatti durante i tornei estivi. Un giocatore all'alba di una gloriosa carriera.
Abdul: 6. Anche lui giovane promessa, ci prova, cerca di dialogare con i compagni e tiene la posizione, diventerà una buona ala offensiva.
alfredo NOTAVtommaso: s.v. costretto a entrare per una manciata di minuti nonostante l'infortunio che lo perseguita ormai da 10 anni, rallenta una discesa avversaria sulla fascia prima del triplice fischio. lo jaap stam dei poveri si rifarà presto!
Nino: s.v. Pupillo del mister e idolo della tifoseria l'anno scorso, delude, speriamo possa ritrovare la sua indole calcistica partenopea e torni in forma per LAPaz!. 
Mister Mirko: 8. Seconda stagione da allenatore de LaPaz antirazzista! Ha il merito di aver reso laPaz una squadra competitiva, ora la squadra gioca bene e si impegna, è compatta e spettacolare, il mister influenza positivamente con la sua grinta e capacità, ha dichiarato, in riferimento al possibile ritiro dell'attaccante de LApaz FRANCO: ''puntiamo alla promozione ma mi manca franco''. 
SQUADRA lapaZ: 10 dieci. Esordio che va oltre alle più rosee aspettative, dimostrando di essere una squadra di categoria superiore, che continua a dimostrare che un altro calcio è possibile portando avanti i valori autentici di questo sport: antirazzismo, rispetto dell avversario e dell arbitro, fair play, e integrazione.
DAAAAI LAAA PAAAAZZZ!!!!

martedì 11 settembre 2012

Nostradamus? No, Carlo Petrini


di Ivan Grozny

Un anno fa, più o meno in questo periodo, presentavo, insieme a Davide Sannazzaro “Carlo Petrini – Una vita in due tempi” al Festival No Dal Molin di Vicenza. Ricordo che calcisticamente era un settembre meno caldo, rispetto a quello che stiamo vivendo. Diciamo che a livello di scandali eravamo fermi all'annosa polemica su Calciopoli e, a parte l'Atalanta, la situazione era nella media. Sto parlando del campionato di calcio. Quello di serie A italiano.
Dicevamo, si presentava la docu-intervista che racconta non solo la vita di Carlo, ma il suo punto di vista, le cose che conosce per esperienza diretta e quelle che poi ha scoperto quando è cominciata la sua seconda vita. Voglio andare al punto senza troppo giri di parole, se ci riesco.
Schematizzo. Questione scommesse: Carlo, commentando quello che già si sapeva nell'estate 2011, prevedeva quello che poi naturalmente è accaduto. Qualche penalizzazione per squadre minori, qualche giocatore di secondo piano squalificato e al limite il sacrificio di qualcuno sul viale del tramonto. E com'è andata? Lascio rispondere a voi. Ricordo che a marzo di quest'anno sembrava dovesse scatenarsi il finimondo.
Andiamo alla questione legata a coloro che denunciano fatti illeciti come tentativi di combine o aggiustamenti di partite. Al netto della polemica sul pentitismo, argomento che va di moda solo in certi frangenti e solo quando tocca certi determinati ambienti e che se non coinvolge potenti non è assolutamente preso in considerazione, Carlo sottolinea anche un altro aspetto. Coloro che mettono in discussione il sistema e vanno in controtendenza rispetto all'ordine costituito delle cose verranno estromessi e messi alla gogna mediatica. Ci prende di brutto anche questa volta. Un esempio? Che fine, calcistica, ha fatto Farina? Senza squadra, o sbaglio? E non stiamo parlando di un pentito, chiariamo il punto. Perché giustamente si può non credere a Masiello o a Carobbio, ma Farina? Eppure è disoccupato. Fuori dai giochi. E chi se lo prende uno così in un mondo come quello del calcio?
Quando poi, sempre Petrini, dice che invece, coloro che si prodigheranno a difesa del sistema saranno sicuramente premiati, fa tombola perché senza dubbio, anche in questo caso, non mi si potrà smentire se diciamo che molti dei protagonisti li troviamo già ora a commentare il campionato o il mercato. La collocazione in programmi tv è il passaggio naturale, molto spesso. Ci sono esempi clamorosi in questo senso.. Paoloni, quello del sonnifero ai compagni di squadra, ha commentato gli Europei per una importante emittente del Lazio. Altri sono spesso ospiti di SportItalia dove ovviamente, la difesa a oltranza di chiunque venga accusato dalla giustizia sportiva senonché ordinaria, è parte preponderante della linea editoriale nei rotocalchi calcistici. I garantisti della domenica, verrebbe da dire. Scuola Emilio Fede, tanto per chiarire il concetto. Cosa che apparirebbe quasi sospetta in un Paese normale, qui fa opinione. Non tutti si possono permettere la Tv a pagamento e non tutti si chiedono chi sia l'opinionista di turno. E' un po' come si quando si compra il giornale, si legge, e ci si dimentica di verificare chi è l'autore del pezzo. Visto che il giornalismo d'inchiesta è praticamente sparito dai radar, e a contare sono le opinioni, stare attenti a chi le da appare di vitale importanza.
Torniamo a Carlo versione Nostradamus. Questione dirigenti sportivi. Tante belle parole, alcune anche di denuncia, ma sono sempre quelle, le parole, e la cosa più grave è che sono pronunciate dalle stesse persone. Gli stessi dirigenti da sempre. Dai tempi di Petrini, verrebbe da dire.
Quindi cosa dire di un campionato che è stato disossato, spremuto e ridotto all'osso come il Paese in cui si svolge? Che dire di un torneo che campioni non ne ha praticamente più, che ha stadi vergognosi e invivibili, che ha una media spettatori ridicola rispetto agli standard europei? E non parlo solo di Inghilterra e Spagna. Ci sono la Germania, la Francia e il Portogallo che ci precedono in praticamente tutto. I Rangers di Glasgow riempiono uno stadio da cinquantamila posti e sono in terza divisione per le note questioni legate al fallimento. E noi? Come siamo messi? Quanto vale il campionato italiano?
E' vero, c'è la crisi. Ma se si fosse lavorato negli anni pensando a costruire e non a guadagnare e basta, alla faccia dei presidenti mecenati, forse ora non saremmo messi così. Se è Farina a essere messo ai margini del calcio mentre altri trovano spazio anche da squalificati, qualcosa non va.
Qualcosa di importante.
Un ultima considerazione, che per quel che vale, è la mia. Era da un po' che non scrivevo su questo sito. Perché è complicato, dopo dieci anni in cui mi sono occupato di queste cose, ritrovarmi sempre allo stesso punto, a dire sempre le stesse cose, a scriverle e trovare l'entusiasmo necessario.
Poi però mi viene in mente cosa ho scritto quando Carlo è mancato, qualche mese fa: “... la sua storia, proprio perché piena di contraddizioni, è una storia che chi ragiona in un’unica direzione non può comprendere. Per me e per tanti invece è proprio questo che ha fatto la differenza. Avere il coraggio di raccontare debolezze e limiti di sé e dell’ambiente in cui si è vissuti, senza mai sfociare nella delazione e nel pentitismo, è cosa rara. Tutto con estrema, decisa, puntualità.
Quando poi si tratta di un ambiente così chiuso e omertoso come il calcio, è chiaro che si rischia di finire all’angolo, emarginati”.
Per Carlo è stato così. Allora mi dico, se devo stare dalla parte di qualcuno, scelgo di stare dalla parte di chi, anche con un solo gesto, si ribella. E mi è quindi difficile stare invece dalla parte di chi, in un modo o nell'altro, un posto nel circo lo trova sempre.


Tratto da: Sport alla rovescia

martedì 28 agosto 2012

Quando Balotelli era ancora Barwuah


di Mauro Valeri
L’interesse mediatico nei confronti di Mario Balotelli è sempre stato particolarmente elevato. Lasciando da parte quello che attualmente occupa la prima pagina di molti giornali di gossip, vorrei tornare sulla ricostruzione della sua storia che è stata proposta da tutti i giornali soprattutto dopo i due gol realizzati contro la Germania.
La versione “ufficiale” è che sia stato abbandonato dai suoi genitori naturali (i Barwuah) e affidato (ma qualcuno ancora scrive “adottato”) ad una famiglia della provincia di Brescia (i Balotelli). In realtà, i due episodi non hanno una connessione diretta e temporalmente significativa. Infatti, Mario non è mai stato abbandonato in un ospedale di Palermo, dove è nato nel dicembre 1990 da due genitori ghanesi. Se fosse stato abbandonato, sarebbe stato dato immediatamente in affidamento, ovviamente ad una famiglia palermitana (perché anche a Palermo ci sono famiglie affidatarie!).

Invece – come ha ben ricostruito Raffaele Panizza in “Mario Balotelli. Negrazzurro” (Aliberti, 2010) - l’affidamento è stato riconosciuto solo successivamente, quando la famiglia Barwuah, con al seguito Mario e la sorellina più grande di due anni, da Palermo si è trasferita a Brescia (nel dicembre 1991), dove il padre,Thomas, era riuscito ad ottenere un lavoro in fabbrica. Qui però la famiglia Barwuah, come molte altre famiglie migranti, incontra difficoltà a trovare un’abitazione adeguata, perché al nord i migranti in genere trovano lavoro ma non la casa. Difficoltà rese ancor più ardue per i migranti non soltanto per una diffusa diffidenza nei loro confronti, ma perché le istituzioni sono particolarmente attente a far rispettare quella regola sul rapporto tra numero di affittuari e metri quadrati dell’abitazione.
L’unica possibilità che i Barwuah riescono ad ottenere, anche per i costi dell’affitto e le scarse riscorse economiche, è quella di condividere un monolocale a Bagnolo Mella, a 15 km da Brescia, con altre persone. I genitori Barwuah chiedono ai servizi sociali di aiutarli a trovare un’abitazione più adeguata. La soluzione però non si trova. Sono gli stessi assistenti sociali a consigliare, nel 1993 (anno della nascita del terzo figlio), di affidare Mario alla famiglia Balotelli, “per il tempo necessario a risolvere il problema”. Questo tempo si prolungherà per i successivi quindici anni. Se per tutti questi anni il giudice ha ritenuto di confermare l’affidamento e non l’adozione, è perché ha ravvisato l’esistenza di un significativo legame tra Mario e la famiglia d’origine.
Mario è stato adottato dalla famiglia Balotelli dopo essere diventato maggiorenne (e d’altra parte, già da alcuni anni – quindi prima di essere adottato - aveva deciso di far scrivere sulla maglia di gioco il nome di Balotelli e non quello di Barwuah, come invece risultava nei suoi documenti). E’ giusto che sia Mario a scegliere quale sia la sua “vera” famiglia. Ma alla stampa si richiede una maggiore attenzione alla verità. Forse perché è più facile “accusare” una famiglia ghanese di abbandono che non riflettere sui modelli di integrazione che abbiamo in Italia?

mercoledì 25 luglio 2012

Olimpiadi 2012: qualcuno le ha già vinte


Costruzioni, sponsor e sicurezza: i conti in tasca al grande evento mediatico-"sportivo" dell'estate

olimpiadi24 / 7 / 2012
Con questo articolo Globalproject comincia ad offrire uno sguardo critico sull'evento dell'estate per eccellenza, le Olimpiadi 2012, celebrato in quella Londra che costituisce una delle capitali globali della finanza e della sua crisi.
di Nicola Montagna *
Atre giorni dalla partenza del circo olimpico, tra una lite su chi deve essere l’ultimo tedoforo e le recenti polemiche che hanno investito G4S, la vincitrice dell'appalto sulla sicurezza, si cominciano a fare i conti dei benefici economici che l’Olimpiade dovrebbe portare alla atrofizzata economia inglese.
Raramente le Olimpiadi si rivelano un affare economico per il paese o la città che le ospitano. A questo proposito è fin troppo facile ricordare lo stato in cui versa l'economia della Grecia e le condizioni di abbandono di gran parte degli impianti sportivi ad otto anni dalle Olimpiadi di Atene. In generale, gli studi che enfatizzano i possibili profitti generati dai grandi eventi sportivi ignorano una serie di variabili, come l’effetto-sostituzione, per cui chi spende nell’evento non spende per altri beni, o il fatto che molti dei profitti finiscono nelle tasche di multinazionali più che in quelle delle comunità locali. Questi studi ignorano inoltre una serie di effetti collaterali, come l'impatto ambientale o l'espulsione di gruppi 'indesiderati' dalle zone dove l'evento ha luogo.
Anche nel caso di Londra, i guadagni, se ci saranno, difficilmente rimarranno nelle tasche della popolazione della capitale ma andranno ad ingrossare i già lauti profitti delle grandi multinazionali che hanno partecipato alla spartizione della torta economica olimpionica. Innanzitutto, chi guadagnerà dalle Olimpiadi saranno le grandi imprese che hanno vinto gli appalti per la costruzione del Villaggio olimpico, dato che i costi sono lievitati dai 2.4 miliardi di sterline preventivati nel 2005 agli attuali 9.3 miliardi. Si tratta di un primo record assoluto, in attesa di assistere a quelli dei vari Bolt, Philips e colleghi. Infatti, come ha dimostrato uno studio della Oxford University la media di sovraspese per tutte le precedenti olimpiadi a partire dal 1960 è stata del 179%. Nel caso di Londra la cifra è quasi quadruplicata.
In secondo luogo, dalle Olimpiadi guadagneranno gli 11 sponsor globali, noti anche come Top Olympic Partners, che hanno potuto sborsare grosse somme di denaro all'International Olympic Committee, il comitato promotore, per assicurarsi il diritto di usare il brand olimpionico sui loro prodotti. Alcuni di questi sponsor hanno visto il valore delle proprie azioni crescere ad un passo superiore da quando hanno acquisito i diritti di sponsorizzazione nel 2009 rispetto ai dieci anni precedenti. In questi anni di crisi economica e crollo dei mercati finanziari, la Coca-Cola ha avuto un incremento annuo del 4,6%, la Visa del 24,2%, Samsung del 12,7%. Ed anche se altri sponsor hanno visto il valore delle azioni scendere, dal minimo di McDonald con -1,2% al massimo di Panasonic con -11,1%, le perdite nette sono inferiori a quelle medie subite dai mercati in questi anni.
Quindi, nonostante le buone intenzioni di David Cameron, che ha assicurato un profitto per il paese di almeno 13 miliardi di sterline e per le giornate delle Olimpiadi ha organizzato ben diciassette summit internazionali con altrettanti capi di stato e primi ministri, lo scetticismo sui possibili benefici economici ha tutte le ragioni per prevalere. Ed è interessante osservare che anche secondo i più importanti giornali economici anglosassoni come il Financial Times e l’Economist, i giochi di Londra non saranno un'eccezione alla regola secondo cui gli eventi sportivi producono un saldo negativo, dove alcuni, pochi, guadagnano e molti perdono. Piuttosto stupisce che i critici più accesi siano i tradizionali giornali degli interessi del capitale finanziario globale.
* docente di sociologia - Middlesex University - Londra

Tratto da: Globalproject.info

sabato 30 giugno 2012

Balotelli 2 Italia 0


di Stefano Carbone 

20 e 45! O mamma mia sta cominciando la tanto attesa semifinale tra Germania e Italia; più o meno in contemporanea Monti e la Merkel si scambiano un sorriso cortese ma pieno di tensione.
Italia Germania a tutto campo e nonostante la distanza fra gli stipendi nostri , dei nostri campioni e dei capi europei , tifiamo, ci identifichiamo ed alle volte cantiamo pure l’inno che certo non sentiamo nostro fino in fondo se non in questo tipo di occasioni. Miracolo dell’eterno sport che è il calcio che fra passione e voglia di distrazione spinge in Italia , ed in Germania pure, a calar il silenzio ed attendere il fischio d’inizio.

Si parte , aria tesa: “la Germania non è l’Inghilterra” si pensa “ gioca bene davanti, ci sarà da soffrire” e subito si soffre; al 6’ Humels sparacchia da calcio d’angolo ed il pianista salva sulla linea. A grande rischio risponde enorme tranquillità: Pirlo! La partita è equilibrata, si lotta com’è bello veder fare, Balotelli prende falli, De Rossidiventa sempre più grande e li davanti si prova ad aprir per vie centrali la corazzata tedesca. Ci prova Cassano e poi quel Montolivo che così “ bello” non te l’aspetti, ma non va, giochiamo davvero bene ma non va! O ancora: “Sembra il S.Precario dei tempi d’ oro, quando giocavamo a S.Carlo”……..gli scettici mi guardano male e già se la prendono con quei due pazzi li davanti che “mancano di cinismo, mancano di cattiveria!” Non passa nemmeno un minuto dopo che Cassano fa un numero sulla sinistra, palla (una perla!) liftata che taglia l’aria e testa nera crestata giallo che buca la rete . Gol di Mario! Sorride, che bello! E Cassano rispose allo scettico : “Io so genio mentre tu non vali un cazzo!”.
20’ - Italia 1 Germania 0. Di nuovo palla al centro ma l’aria è più distesa , la Germania è confusa e noi no! Aggrediamo, ci crediamo ci prova Kedhira ma Buffon c’è e senza nemmeno accorgersene Montolivo fa 35 metri con un lancio e Balotelli è li, da solo , rallenta, si ferma : ”tiraaa!” e parte un missile che Neuer nemmeno lo vede . 36 ‘, 2-0 Italia, tutto il resto è noia! O meglio pressing tedesco senza convinzione, miriadi di gol sbagliati manco fossimo al campetto patronale e poi il rigore di Ozil ed un paio di minuti di tensione ma giusto un paio…La Germania non ce la fa! Braccia al cielo e lacrime che sanno di wrustel, Buffon s’arrabbia forte, aveva scommesso sul 2-0 (scusate la battuta scontata, ma ci sta, dai..) !
L’ Italia è in finale!
Fuori già partono i caroselli, ma a me i caroselli non piacciono, la vittoria me la godo a casa fra chiacchiere, whisky & cola e rilassata immaginazione. Immagino la faccia della Merkel che butta giù una grappa ai crauti , immagino i titoli già scritti dei giornali di domani, immagino la statua nera di super Mario che mostra i muscoli a tutti quelli che fino a ieri lo chiamavano - negro italiano che ha persino la madre ebrea - li immagino pensare : cazzo e adesso che facciamo? Fischiamo perché siam razzisti o esultiamo perché siam nazionalisti?” E' un bel problema eh! ed allora rimangono in silenzio, il silenzio che meritano. Incapaci di affrontare un mondo che cambia , incapaci di comprendere che è un mondo che ritorna. Perché certo un nero cosi in nazionale non s’era mai visto ma altrettanto certo è che anche nelle nostre vene, nelle loro vene il sangue nero scorre assieme al sangue arabo al sangue greco e a quello balcanico : sangue mediterraneo; il sangue di tutti popoli che nei secoli da prima di Cristo ad oggi si sono uniti con violenza o con dolcezza per generare “noi “ , gli italiani, quelli che ora dello straniero hanno paura ; quelli che misconoscono la propria storia. Vendola si riferisce al futuro quando parla di “ meticciato globale” ma non considera che quel meticciato e già in atto, anzi, ne siamo tutti figli.
Ma forse sto divagando un po' troppo…
Ed allora che bellezza ieri sera, la statua di Mario immobile a zittire tutti , il nero Italiano che diventa simbolo della piccola Italia sopra la grande Germania in campo e fuori dal campo. Che bellezza la sua rabbia , che bellezza la classe ed anche la follia , quella contro cui tutti si scagliano, quella che fa di un fuoriclasse un fuoriclasse. La voglio usare quella statua nera con addosso cucita la maglia d’ Italia, la voglio usare come simbolo di una integrazione ( parola che piace tanto ai perbenisti) che è certo complessa e problematica ma vale la pena affrontare, un integrazione (e quindi la uso, questa parola) che paradossalmente e contro ogni aspettativa proprio il calcio può aiutare ad accelerare. Non il calcio della curva razzista, della società a gestione camorrista e nemmeno il calcio-sistema che è arretrato e discriminatorio, ma il calcio più bello, quello giocato, quello che unisce! E chissà che quel pallone scagliato a cento all’ora ad affondare la corazzata “cartoffen” ci aiuti tutti quanti a far qualche passetto avanti, ci aiuti a capire che amare lo sport significa odiare il razzismo, ci aiuti a far crescere il silenzio nei salotti di chi ancora non accetta ciò che sta succedendo: il negro italiano di genitori ebrei ci sta portando per mano in finale agli europei…Zitti tutti patrioti italiani, oggi festeggiamo noi!
Ama lo sport odia il razzismo!

Verso Italia - Spagna. Una giornata particolare.



di Ivan Grozny

Premessa. Come nel 2006, ma mi verrebbe da dire, come nel 1982, le prestazioni della Nazionale riescono in un solo momento a fare dimenticare scandali e polemiche, salvando le poltrone dei soliti noti, e allo stesso tempo a saziare quella parte irrazionale dei tantissimi appassionati.
Stiamo parlando di calcio, dell'incombente finale tra Spagna, detentrice del trofeo continentale e campione del mondo, e Italia di Prandelli. Di Prandelli, sì, prima di tutto. Un ct al quale è un piacere dare sostegno. Ha dovuto affrontare tempeste di diverso tipo e non ha cambiato mai il suo atteggiamento. In campo e fuori. Quella figura di cui la federazione aveva bisogno, un buon parafulmine, insomma.
Ma quando c'è buon materiale umano alla fine questo viene fuori. Il Prandelli che non si fa problema alcuno a convocare i cosiddetti nuovi italiani. Termine orrendo che nasconde sempre quel velo di razzismo che proprio non si riesce a cancellare. A superare. C'è un ragazzo, nato e cresciuto in Italia che sta facendo, attraverso i suoi goal, quello che a nessuno era riuscito fino ad ora. Sta facendo accorgere gli italiani che il vincolo di sangue è un parametro altamente obsoleto per stabilire la cittadinanza di una persona. E in questo bisogna dare merito a Prandelli. Che ha scelto da quello che offre il calcio italiano oggi, convocando gente su cui nessuno avrebbe rischiato la carriera. Chiedere a Lippi per conferma. Diventa centrale quindi non sottovalutare che non si parla più di scandali, e direi che a questo punto ci dobbiamo rassegnare, una volta per tutte. L'altro aspetto, che polisportive e associazioni stanno cercando di portare all'attenzione di tutti attraverso iniziative e la sottoscrizione dell'appello “Gioco Anch'io” che trovate sul sitowww.sportallarovescia.it diventa centrale. L'obiettivo di sensibilizzare su un tema che è caro a tantissime persone è primario. Quello del diritto a potere praticare dello sport permettendo il tesseramento a tutti quei ragazzi figli di genitori stranieri ma nati e cresciuti in Italia che questo diritto non hanno.
E' quindi con la consapevolezza di sapere cosa rappresenta il calcio e quindi cosa stiamo guardando, ricordando anche il problema della deriva neonazista e altre brutture, prima e durante, siamo consci che quella parte di irrazionale che in quei novanta minuti (e se fossero centoventi o peggio?) coinvolgono pressoché tutti e che per semplificare chiamiamo tifo, emerga a tempo debito, ci apprestiamo a vivere un'ennesima giornata che chi lo sa che sorprese può portare. Migliaia di persone hanno seguito dai vari schermi disposti in tutta l'area del Festival. Due posti sul palco centrale, uno in pizzeria, e chiaramente quello della sua sede naturale, il cinema.
Come racconta Gianfrancesco Turano de L'Espresso la partita a Sherwoodè un'esperienza particolare. E ci piace che sia così. Per la finale sarà allestito eccezionalmente uno schermo di dodici metri per sei ad alta definizione. La giornata comincerà presto, con la degustazione di vini e cibi che verranno preparati e offerti dai compagni in arrivo da Empoli e Parma, che promuovono questa iniziativa per sensibilizzare e raccogliere fondi per sostenere le innumerevoli spese legali a cui tanti attivisti sono costretti, visti i provvedimenti che da anni vengono presi per chi si oppone a ingiustizie o sopraffazioni. Un elenco lunghissimo.
Tutto è pensato per fare in modo che le tante persone che arriveranno possano facilmente partecipare a questa iniziativa e approfittare per assaggiare gustose pietanze, ovvero cenare prima della partita.
In contemporanea dalla 
web Tv ci si approccerà alla partita con una puntata speciale di pre-festival, sulla falsariga di quanto è accaduto giovedì. Ha portato bene. Vi risparmiamo il pre-partita di Rai 1. Ma non è tutto, per questa prima domenica di Luglio. Alle 18 parte la terza edizione dell'Hip Hop Day conGhemon Scienzospite d'eccezione.
Ce n'è davvero per tutti i gusti. L'espressione massima di cultura di strada che si mescola con la tradizione della cucina per arrivare poi alla visione della finale di Euro2012. Sembra che non ci sia un filo logico, vero? C'è sempre un filo che lega le cose. Venite a Sherwood a scoprirlo.