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martedì 2 agosto 2011

Rio, verso Mondiali e Olimpiadi si comincia dalle macerie.#1

di Stella Spinelli
In vista di Mondiali e Olimpiadi, la capitale carioca demolisce oltre 3000 case delle favelas, costringendo la gente ad andarsene lontano dal cuore cittadino
Oltre tremila case da demolire per far posto a Mondiali e Olimpiadi. È quanto stanno facendo le autorità di Rio de Janeiroper ripulire la città e far sì che sia pronta per i grandi eventi: Mondiali di Calcio del 2014 e Olimpiadi del 2016. Peccato che tutto questo comporti lo sfollamento forzato di migliaia di famiglie povere e disagiate, che in cambio avranno pochi spiccioli e il ben servito. Ottomila reais, l’equivalente di 5mila dollari, è il risarcimento previsto per coloro che dalla sera alla mattina si ritrovano senza casa, senza quartiere, senza una vita. Ottomila reais quando per avere una nuova casa ce ne vogliono almeno quattro volte tanto. Per non parlare dei disagi che un assegno con cifre e scritte può provocare in famiglie dove nessun adulto è capace né di leggere né di scrivere. E la storia di Berenice Maria De Neve la dice lunga.
Un giorno di maggio è stata convocata dal Comune, nel centro della città, a più di un’ora di autobus dalla sua favela. Lì l’avvertono che la sua casa è fra quelle da demolire e che in cambio le daranno un bell’assegno. Quando rientra, ritrova soltanto un cumulo di macerie. Nemmeno il tempo di svuotarla. “Sono arrivati e l’hanno abbattuta. Distruggendo tutto, il mio tavolo, il mio divano, il mio armadio pieno della mia roba. E quell’assegno! Ho avuto una terribile esperienza nel ercare di cambiarlo perché non so leggere né scrivere”, racconta la donna disperata a BbcMundo. La sua casa è una delle mille demolite in quel quartiere dove Berenice e la sua famiglia vivevano da otto anni e dove adesso dovrà passare un’autostrada gigantesca, per supplire alla carenza di infrastrutture tipica del Brasile.
Nonostante questa politica di allontanare il più possibile i poveri da Rio, costi quel che costi, sia stata criticata sia dal relatore speciale del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite che da Amnesty Internacional, le autorità insistono nel dire che stanno trattando la gente nella forma più giusta possibile.
Secondo l’urbanista Luis Borges Ferreira, con la scusa di Mondiali e Olimpiadi, c’è una corsa a costruire nuove abitazioni in quartieri da sempre poveri per crearne nuovi che siano adatti alla crescente classe media, frutto della potente crescita economica brasiliana.
Intanto, fra coloro che come Berenice sono rimasti senza nulla, c’è chi è stato ripagato con una nuova abitazione a Campo Grande, a un’ora e mezza dal centro, nel nulla più assoluto. Le case però sono soltanto ottocento e gli altri si arrangiano. Lei infatti sta vivendo fra le rovine vicino a dove abitava prima, con tutto intorno acqua stagnante e la paura del dengue.
Cleyton Martins, un cameriere di 27 anni che è stato spostato con sua figlia e sua madre nel nuovo quartiere, è comunque molto preoccupato: “La casa dove sto vivendo ora è migliore di quella che avevo – ammette a BbcMundo- ma non ci sono negozi, non ci sono posti dove far giocare i bambini e siamo molto lontani dalla città”. Niente ospedali nei dintorni, né farmacie, nessun tipo di servizio.
Per il consigliere Eliomar Coelho la maniera con la quale le autorità stanno trattando i poveri è “criminale”, dato che usano la Coppa del Mondo e le Olimpiadi come pretesto per appropriarsi della terra e far fare grandi affari agli impresari edili: “E’ una totale violazione dei diritti umani”
tratto da: peacereporter.it

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