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lunedì 22 agosto 2011

Intervista a Javi Poves. Lascio il calcio per cambiare il presente.


Il calcio lo ha deluso perché pensa che sia “corrotto”, rinnega le banche, che ritiene tra le responsabili della crisi e dell disuguaglianza sociale. Javi Poves  è “l’indignato” tra i calciatori e sceglie di ritirarsi.
Quanto ti è costatala decisione?
-Il primo giorno mi sono chiesto se fosse la decisione giusta, ma con il tempo e con tutto quello che succede nel mondo ogni giorno sono arrivato alla determinazione che questa non era la mia vita. Più si conosce il calcio, più ti rendi conto che tutto è denaro; che è marcio, e allora l’illusione finisce.
- Hai anteposto i tuoi principi ad altre cose intorno a te?
Sì. Mi sono dato un tempo per vedere se si trattava di una idea passeggera, mi son detto che questo non sarebbe durato ma poi ho avuto offerte da altre squadre. A cosa mi serve guadagnare 1.000 euro invece di 800 se l’ ho ottenuto con la sofferenza di tante persone?
- Se lo Sporting avesse ritenuto opportuno tenerti, quale sarebbe stata la tua decisione?
Non credo che lo avrebbe fatto. All’inizio della scorsa stagione sapevo che non avrei giocato e poi stavo per risolvere il contratto. Con il mio modo di parlare, vestire e taglio di capelli, si vedeva che non appartenevo a questo mondo. Da quando iniziamo a dare i primi calci veniamo trattati come bestie: ci istigano alla competizione e quando si raggiunge una certa età è difficile tornare indietro. Finché la gente continuerà ad accettare il sistema così com’è, non sarà facile cambiare le cose. Io voglio vedere cosa succede nel mondo, andare nei Paesi più poveri per capire
- Preciado o i tuoi colleghi hanno mai commentato le tue idee?
Preciado (allenatore dello Sporting Gijon) ha detto che non pesava sulle sue scelte quali fossero le mie idee e come mi vestissi e che non mi giudicava per nulla. Ha sempre avuto un rapporto corretto con me , mi ha sempre tenuto in considerazione. E con i compagni e dirigenti non ho niente di personale contro nessuno, il problema è con il mondo del calcio. Sono molto grato a Sporting.
La sua motivazione del perché ha lasciato il calcio ha avuto grande impatto. Ha parlato di corruzione nel calcio, ha criticato le banche …
-Ci sono persone che mi hanno sostenuto e mi ha detto cose di valore, altri non sono tanto d’accordo, ma è normale. Se sei felice continua , altrimenti smetti..
- Pensi di poter essere un riferimento per molte persone?
Non mi piace essere un punto di riferimento per gli altri, voglio essere me stesso. Javi Poves non vovuole diventare un’icona, sono una persona come le altre ma voglio lottare contro la disuguaglianza. Voglio che tutti gli uomini siano uguali e che la gente smetta di discutere di cose banali ma didiscutesse di come migliorare le cose insieme . Ad oggi il mondo si stà preparando all’autodistruzione.
- Qual è la prima cosa che vorrebbe cambiare nel mondo in cui viviamo?
-La distribuzione del denaro e il sistema bancario. Sarebbe fondamentale, perché è da lì che tutto viene finanziato, come l’istruzione.
- Quali sono i tuoi progetti adesso?
‘Voglio fare qualcosa che mi fa sentire felice e socialmente utile. Anche studiare qui o all’estero.
- Come la tua famiglia ha ricevuto la notizia?
Mio padre è un malato di calcio e ora comincia, a suo modo, a vedere il mondo in modo differente.
- Pensi che giocatori come Ronaldo o Messi dovrebbero fare di più per la società?
Sì, sì, sì e radicalmente . Ci sono certi personaggi nel mondo, Pelé, Ronaldinho e Messi sono ambasciatori dell’Unicef ​​e questo per l’immagine può andare. Ma per incidere sulla vita reale di quelle persone che dicono di voler aiutare, devono fare altro. Devono muoversi in altro modo, essere coinvolti più profondamente. Ma quelli che mi sorprendono di più sono i giocatori che provengono dai Paesi del Terzo mondo. E ‘incredibile: la maggior parte arrivano da Paesi che soffrono, poi vengono qui, guadagnano quattro soldi e poi si credono dei re”. Bisogna che questo cambi.
tratta da : www.abc.es

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