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Le stesse persone hanno votato anche la difesa dei
servizi pubblici locali dalle strategie di privatizzazione: una grande e
diffusa partecipazione popolare, che si è espressa in ogni territorio,
dimostrando la grande vitalità democratica di una società in movimento e la
capacità di attivare un nuovo rapporto tra cittadini e Stato attraverso la
politica.
Il voto ha posto il nuovo linguaggio dei beni comuni e
della partecipazione democratica come base fondamentale di un
possibile nuovo modello sociale capace di rispondere alle drammatiche
contraddizioni di una crisi economico-finanziaria sociale ed ecologica senza
precedenti.
A questa straordinaria esperienza di democrazia il
precedente Governo Berlusconi ha risposto con un attacco diretto al voto
referendario, riproponendo le stesse norme abrogate con l’esclusione solo
formale del servizio idrico integrato.
Adesso, utilizzando come espediente la precipitazione
della crisi economico-finanziaria e del debito, il Governo guidato da Mario
Monti si appresta a replicare ed approfondire tale attacco attraverso
un decreto quadro sulle strategie di liberalizzazione che vuole intervenire
direttamente anche sull’acqua, forse addirittura in parallelo ad un analogo
provvedimento a livello di Unione Europea che segua la falsariga di quanto
venne proposto anni addietro con la direttiva Bolkestein. In questo modo si
vuole mettere all’angolo l’espressione democratica della maggioranza assoluta
del popolo italiano, schiacciare ogni voce critica rispetto alla egemonia delle
leggi di mercato ed evitare che il “contagio” si estenda fuori Italia.
Noi non ci stiamo.
L’acqua non è una merce, ma un bene comune che
appartiene a tutti gli esseri viventi e a nessuno in maniera esclusiva, e tanto
meno può essere affidata in gestione al mercato.
I beni comuni sono l’humus del legame sociale fra le persone
e non merci per la speculazione finanziaria.
Ma sorge, a questo punto, una enorme e fondamentale
questione che riguarda la democrazia: nessuna “esigenza” di
qualsivoglia mercato può impunemente violare l’esito di una consultazione
democratica, garantita dalla Costituzione, nella quale si è espressa senza
equivoci la maggioranza assoluta del popolo italiano.
Chiediamo con determinazione al Governo Monti di
interrompere da subito la strada intrapresa.
Chiediamo a tutti i partiti, a tutte le forze
sociali e sindacali di prendere immediata posizione per il rispetto del voto
democratico del popolo italiano.
Chiediamo alle donne e agli uomini di questo
paese di sottoscrivere questo appello e di prepararsi alla mobilitazione per la
difesa del voto referendario.
Oggi più che mai, si scrive acqua e si legge democrazia. Clicca qui per firmare l'appello! Tratto da: Acquabenecomune.org |
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lunedì 16 gennaio 2012
APPELLO GIÙ LE MANI DALL’ACQUA E DALLA DEMOCRAZIA!
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