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domenica 24 aprile 2011

Migranti tunisini: un festival riuscito. Solidarietà all’insegna della libertà.

Smontato il teorema dei tifosi del Taranto rozzi e violenti. Il festival, per usare le parole di Mohamed uno dei tanti tunisini presenti oggi al campo San Francesco de Geronimo di Grottaglie, è riuscito. Il festival altro non è che la partita di calcio tra tifosi del Taranto ed i migranti ospiti del campo di Manduria.
In duecento, cinquanta secondo la Questura – ironizza qualcuno – hanno seguito questo strano incontro di football che ha messo uno di fronte all’altro, due gruppi di persone che – come spiegato dai promotori – avvertono forte “il bisogno di libertà e il rispetto per la dignità delle persone.
Libertà per vivere e libertà di esprimere le proprie opinioni senza il rischio di cadere in sanzioni”. Sul campo hanno vinto i tunisini per 11-4, ma il risultato più importante per gli organizzatori è stato quello di smontare il teorema che i tifosi del Taranto sono solo cattivi e violenti. In verità c’è chi fino all’ultimo ha fatto di tutto – con sottili intimidazioni – per minare il successo dell’iniziativa o quanto meno circoscrivere i vasti consensi che la stessa ha raccolto. Senza però riuscirvi, visto che come annunciato dal vicepresidente del Taranto, Valerio D’Addario, sugli spalti erano presenti due rappresentanti della società rossoblù, oltre a tanti giornalisti ed attivisti di organizzazioni che operano in favore degli immigrati.
Ed ovviamente c’erano anche tanti tifosi rossoblù. Questa strana miscellanea di gente avrebbe creato una sorta di smarrimento a chi fosse capitato lì per caso. Perchè guarndandosi intorno non era facile comprendere dove ci si trovasse: ad un manifestazione dei centri sociali, o in curva in attesa che inizi la partita. E a proposito di partita. I tunisini l’hanno presa molto seriamente. Fino a poche ore prima era stata in forse. Ieri sera un loro amico ha perso la vita dopo essere stato investito da un’automobile. E a lui è i suoi connazionali hanno voluto dedicare un minuto di silenzio. La selezione dei migranti è scesa in campo indossando una maglia rossa con bande laterali bianche, offerta da Taranto Supporters, che imita quella della nazionale dela Tunisia.
Durante la foto di gruppo, con i componenti delle due squadre mescolati tra loro, un tarantino trova modo di ricordare – suscitando l’ilarità generale – la rivalità con il Bari gridando: “però che brutti colori abbiamo scelto per le loro maglie”. “Purtroppo – replica un altro – la maglia della loro nazionale è fatta così”. I primi ad entrare in campo sono i tarantini. Quando arrivano i tunisini si dispongono su due ali per applaudirli, dando vita ad un “terzo tempo” anticipato. Fisicamente i nordafricani sono nettamente superiori. Due di loro, il numero 7 Chabi ed il numero 11 Raouif mostrano anche discrete doti tecniche. Qualcuno, scherzando, dice: “ll Taranto potrebbe metterli sotto contratto”. Immediatamente un altro grida: “Sono io il loro procuratore!”. Raouif – è forse uno che ci crede davvero di diventare un calciatore importante – visto che che si è già inventato un bel numero per festeggiare un suo gol: si siede per terra e comincia a sobbalzare.
Nei primi minuti, tra torce accese e cori contro Maroni, l’atmosfera è sembrata essere quella delle partite vere. Non sono mancati slogan contro il razzismo, ma anche di scherno verso i tarantini in campo, apparsi decisamente fuori forma. Non poche donne, partner o figlie dei giocatori italiani in campo, non si sono risparmiate nel coccolare i loro cari con grida di incoraggiamento e foto ricordo. Nel finale, tra le fila dei supporters, che indossavano la maglia da trasferta della squadra rossoblù con lo slogan “Taranto terra da amare” hanno giocato anche due ragazzini. A gara terminata, i giocatori tunisini hanno lanciato le lore maglie al pubblico. Prima però, ultima foto di gruppo sotto lo striscione dei Taranto Supporters al grido di “Libertà, Libertè”. La risposta dei loro connazionali sugli spalti è stata: “Permesso, permesso!”

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